Vettel crede ancora al mondiale, ma si rattrista all’idea di non potere avere i consigli di Schumacher

Intervistato dal quotidiano tedesco Bild, Sebastian Vettel ammette di credere ancora nel mondiale. Pur non mollando, sente la mancanza di Schumacher, un mentore al quale avrebbe volentieri chiesto consiglio su come affrontare il fine stagione.

Vettel crede ancora al mondiale, ma si rattrista all’idea di non potere avere i consigli di Schumacher

Dopo Singapore la rincorsa al mondiale di Sebastian Vettel si è ulteriormente complicata. Il tedesco della Ferrari ha ulteriormente perso terreno da Lewis Hamilton, sempre più leader incontrastato della classifica iridata. Tra i due quattro volte campioni del mondo il distacco è salito a 40 punti, un bottino che a sei gare dalla fine non equivale ad una sentenza, ma lascia poche chances di vittoria finale al ferrarista.

Vettel ha però fatto sapere di non aver alcuna intenzione di mollare la presa sul mondiale. Come da lui confessato al quotidiano tedesco Bild, “ci sono già riuscito 4 volte e ho la macchina per farlo: posso ancora diventare campione del mondo da solo e continuerò a lottare”. La sfida non è certo delle più semplici, ma il tedesco rimane fermamente convinto di potersela giocare con la Mercedes del rivale anglo-caraibico.

Il rapporto con Schumacher

In effetti la matematica non ha ancora chiuso i giochi, ma d’ora in poi non gli sarà più concesso sbagliare. Conscio del periodo delicato che sta affrontando, aggiunge di rattristarsi all’idea di non potersi confrontare con Michael Schumacher, un pilota che in fatto di esperienza non ha certo rivali. “Se stesse bene, chiederei tanti consigli a Schumi. Non tanto sul mio stile di guida, ma sul lavoro all’interno del team e sulle politiche della Formula 1”.

Dalle parole emerge indubbiamente lo sconforto per non aver modo di ascoltare i preziosi consigli del suo connazionale. Dall’altra parte i più maliziosi non avranno difficoltà a leggere tra le righe una nota di disappunto legata ad alcune dinamiche interne alla squadra.

Ciononostante il tedesco difende a spada tratta il suo stile di guida giudicato troppo aggressivo, lo stesso che in passato gli ha consentito di portarsi a casa quattro mondiali con la Red Bull. Nell’occasione corregge il tiro e cerca di allontanare le voci che lo vedono in rotta di collisione con il team. “Con una certa dose di rischio, a volte qualcosa può andare storto, ma se lasci che la paura ti condizioni troppo, questa ti paralizza e non ti diverti più. Il concetto vale anche per le strategie rischiose come quelle a Singapore: difenderò sempre il mio team. La F1 è uno sport di squadra: vinci e perdi insieme“.

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