Mika Hakkinen su Vettel e la Ferrari: “Per battere Hamilton dovranno essere perfetti”.

Mika Hakkinen è assai critico sulle possibilità di Vettel di poter superare Hamilton in classifica. L’unico modo per riacciuffare la leadership rimane la perfezione, rivedendo allo stesso tempo quella strategia del muretto che è mancata invece a Monza

Mika Hakkinen su Vettel e la Ferrari: “Per battere Hamilton dovranno essere perfetti”.

Mika Hakkinen non ha nascosto i suoi più che fondati dubbi sulle possibilità della Ferrari di vincere il mondiale di Formula 1. Lui che vent’anni fa si ritrovò a lottare per il campionato contro la Ferrari di Michael Schumacher, è perfettamente al corrente che a questo punto della stagione non si possono certo tralasciare i dettagli.

La gara di Monza ha di fatto ridotto quelle che sono le chances iridate del Cavallino. Supportato egregiamente dal muretto, Lewis Hamilton è riuscito a centrare una vittoria del tutto inimmaginabile solo ventiquattro ore prima, quando la Ferrari era riuscita a monopolizzare l’intera prima fila dello schieramento.

Le critiche di Hakkinen

Ed è proprio questo il punto che il due volte campione del mondo della McLaren ha aspramente criticato. La strategia dei box Ferrari è apparsa lacunosa e sconnessa, mentre in casa Mercedes non hanno sbagliato di una virgola. In questo modo sono riusciti a portarsi a casa un successo contro quella che viene sempre più considerata la monoposto più forte del lotto.

Sul punto il finnico è stato davvero eloquente. “Nessuno può dire che Lewis si trova al comando grazie al vantaggio prestazionale della Mercedes. Ha dimostrato un grande abilità in gara e non ha commesso gli errori che invece ha commesso Seb, specialmente in partenza. Ma ha avuto anche dei grossi benefici dalla fantastica partnership con Valtteri Bottas”.

Ovviamente a sette gare dalla fine tutto è ancora possibile, ma i 30 punti di distacco cominciano a pesare sulla contabilità del campionato. Da qui anche a Maranello dovranno incominciare a prendere le dovute contromosse. Il tutto partendo magari da quegli ordini di squadra tanto in voga durante l’era Schumacher, e messi allora sotto accusa non solo dalla concorrenza, ma anche dalla stampa. Di quanto avvenuto a Zeltweg nel 2002 se ne parlò per anni, e ad oggi rimane uno dei momenti più bui della storia recente della Rossa. Eppure se all’epoca la Ferrari venne additata per la sua scriteriata politica di team orders, oggi è paradossalmente sotto accusa per il motivo esattamente opposto.

Dal momento in cui si sono spente le luci dei semafori, è stato chiaro che la Ferrari aveva una coppia di piloti in gara l’uno contro l’altro. In Mercedes, invece, si lavorava insieme. È stato un errore di leadership e di strategia, quello di non sedersi sabato sera con Kimi e Sebastian per pianificare come sarebbe dovuta andare la gara”.

La soluzione proposta dal campione del mondo 1998 e 1999 è a questo punto molto semplice. “Per battere Lewis, adesso dovranno lavorare alla perfezione in tutti i fine settimana, magari sperando che i loro rivali abbiano anche qualche problema…”. In altre parole la Ferrari non potrà più concedersi nessun passo falso, e per riaprire il mondiale dovrà non solo vincere, ma sperare anche in qualche errore o guasto dei competitors tedeschi.

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