Lewis Hamilton a proposito dell’astro nascente Leclerc: “Mi rivedo molto in lui”

Lewis Hamilton ha nuovamente elogiato Charles Leclerc, la cui attuale situazione in Ferrari ricorda molto la sua nel 2007, quando debuttò al volante della McLaren al fianco del bicampione del mondo Fernando Alonso.

Lewis Hamilton a proposito dell’astro nascente Leclerc: “Mi rivedo molto in lui”

Dal 2014, anno in cui ha avuto inizio l’era delle power unit turbo ibride, le Mercedes non hanno mai steccato. Protagonista assoluto è così diventato Lewis Hamilton, che forte di una vettura pressoché imbattile, è riuscito a eguagliare i cinque titoli mondiali vinti da un mito come Juan Manuel Fangio.

Il pilota anglo-caraibico che ha al suo attivo 75 gran premi vinti, continua ancora oggi ad essere una certezza, ma a 34 anni sono in tanti a domandarsi chi diventerà il suo degno erede. Se in tanti sono convinti che in avvenire chiunque dovrà fare i conti con Max Verstappen, è lo stesso Lewis Hamilton a voler puntare sull’altro astro nascente che risponde al nome di Charles Leclerc.

A margine del quarto appuntamento in calendario andato in scena sul circuito cittadino di Baku, il cinque volte campione del mondo ha lodato la figura del 21enne monegasco che da quest’anno guida la Ferrari. Andando ad analizzare la sua situazione, Lewis Hamilton ha sottolineato di aver colto delle analogie con il suo debutto nel mondo della Formula 1. “Charles Leclerc? Mi rivedo molto in lui. Sta facendo un ottimo lavoro, con tutte le aspettative che ci sono nel guidare una Ferrari che lui guida davvero bene. Deve solo continuare così e il resto arriverà” ha dichiarato il pilota che ha strappato il record di pole position a due mostri sacri come Senna e Schumacher.

Lewis Hamilton ha poi aggiunto di capire come possa sentirsi in queste settimane il suo giovane collega. Lui che sino ad oggi si è dovuto sacrificare obbedendo a dei team radio che hanno favorito il compagno di squadra, starà rivivendo quello che Lewis toccò con mano nel 2007, al debutto in McLaren. “Ricordo che volevo arrivare in fretta in Formula 1, vincendo e battendo i campioni contro cui correvo. Quindi la situazione è molto simile, da pilota ti dicono di fare una cosa ma il ribelle che è in te dice di farne un’altra. L’ho sperimentato e per fortuna il team alla fine mi diede lo stesso carico di benzina, perché in qualifica non era così, e così vinsi la mia prima gara”.

In quella stagione il giovane rookie dimostrò di potersela giocare ad armi pari con un campione come l’asturiano, una lotta intestina in cui si aggiunse la celebre spy story con tanto di finale di stagione rocambolesco. Quell’anno a vincere il titolo fu Kimi Raikkonen, ma a tutti era chiaro che era nata una nuova stella. Oggi si può dire altrettanto di Leclerc, un pilota che Hamilton stima moltissimo e che sta ricalcando le sue orme. L’unico freno rimangono le gerarchie interne alla Ferrari, che di fatto ne limitano i risultati. Sulla base di queste premesse, Hamilton arriva a formulare il suo personale giudizio: “quindi capisco come si senta Charles, intimamente crede di essere il migliore o di avere il potenziale, e invece così è come se ti offuscassero”.

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