Trump firma lo stop al TPP e annuncia il taglio delle tasse

Il neo-presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, firma tre decreti esecutivi tra cui il ritiro degli States dal Trans-Pacific Partnership. Incontrando gli imprenditori annuncia anche un enorme taglio delle tasse.

Trump firma lo stop al TPP e annuncia il taglio delle tasse

Dopo la firma del decreto contro l’Obamacare, ecco arrivare altri tre ordini esecutivi che – di fatto – hanno dato il via all’era di Donald Trump alla Casa Bianca.

Il neo-presidente non ha perso tempo e, appena insediatosi, ha infatti firmato tre importanti decreti tra cui spicca quello riguardante il ritiro degli USA dal Trans-Pacific Partnership, meglio conosciuto come TPP, ovvero l’accordo di libero scambio tra dodici paesi dell’area del pacifico di cui, tra gli altri, erano firmatari anche gli States per mano del vecchio inquilino della Casa Bianca, Barak Obama, il quale aveva lavorato per anni al suo raggiungimento.

Quello di Trump è stato però solo un atto formale visto che l’accordo non era stato ancora ratificato dal Congresso americano. Tuttavia, ciò è bastato al tycoon per sventolarlo come promessa mantenuta; infatti, tra i punti della sua campagna elettorale vi era anche l’immediata uscita dal TPP perché ritenuto estremamente dannoso per gli interessi economici degli Stati Uniti.

A proposito di interessi economici, il neo-presidente, incontrando alcuni tra i più importanti esponenti della classe imprenditoriale del Paese, ha anche annunciato un “enorme taglio” delle tasse – che dall’attuale 35% dovrebbe scendere al 15% o al 20% – rivolto essenzialmente sia alle aziende sia alla middle-class e avente come scopo quello di “riportare le attività manifatturiere negli Usa” e penalizzare, con l’introduzione di forti dazi, coloro che invece intendono portare fuori dai confini nazionali le proprie attività commerciali per poi rivendere nel mercato americano.

Ma non è tutto, perché oltre al suddetto decreto ne sono stati firmati altri due altrettanto significativi, anch’essi facenti parte del programma elettorale del tycoon; l’uno riguardante lo stop alle assunzioni federali, fatta eccezione per il personale militare, e l’altro riguardante il blocco dei finanziamenti pubblici alle ONG internazionali che praticano aborti.
C’è da dire che quest’ultimo provvedimento viene ogni volta revocato o reintrodotto a seconda dell’alternarsi dei democratici o repubblicani alla Casa Bianca.

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