Siria: ribelli attaccano i bus per l’evacuazione

I ribelli hanno attaccato dei bus forniti dal regime per far scappare la gente di Aleppo e dei due villaggi sciiti Fua e Kefraya. Si apre la decisione al consiglio di sicurezza ONU sull'invio di osservatori internazionali in Siria.

Siria: ribelli attaccano i bus per l’evacuazione

Attaccata la provincia di Idlib dove sono stati bruciati dei bus che dovevano essere utilizzati per far evacuare la gente dai villaggi di Fua e Kefraya.

Ora i villaggi colpiti in Siria sono sotto il controllo delle forze armate che difendono il confine da altri possibili attacchi. Gli jihadisti sono sempre alla ricerca di villaggi sciiti per adempiere la loro guerra infiltrandosi fra la gente comune. I bus erano circa 126 e dovevano servire per far evacuare circa 4 mila persone secondo l’Osservatorio siriano.

La gente rimasta senza niente doveva essere aiutata dalla croce rossa e dalla mezzaluna rossa che stanno organizzando le operazioni di salvataggio ma l’attacco ha ostacolato la fuga. Secondo alcuni ribelli, non sono stati loro a dare alle fiamme i mezzi ma che sono stare delle persone alleate con il governo. La tv di Stato siriana accusa i ribelli e a loro volta i ribelli accusano il governo e le forze alleate pro-governative.

L’evacuazione delle zone in conflitto viene appoggiata dalla Russia che si allea con la resistenza e con la repubblica islamica. Intanto si attende la decisione finale affidata all’ONU che, tramite il consiglio di sicurezza, dovrà votare se mandare immediatamente degli osservatori internazionali nelle zone colpite dall’attacco per garantire gli aiuti umanitari. La Russia rappresentata da Vitaly Churkin presenterà il diritto di veto che desidera esaminare la risoluzione fornita dal consiglio ONU.

Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, ha giustificato la decisione del consiglio dell’alleanza di non intervenire militarmente dicendo: “Stiamo vivendo una terribile catastrofe umanitaria in Siria. Tuttavia, a volte il prezzo dell’uso dei mezzi militari si rivela inferiore alla loro utilità. C’è il rischio che si trasformi nel più grande conflitto nella regione o che altri innocenti muoiano. Se avessimo reagito ad ogni problema, ad ogni catastrofe umanitaria con i mezzi militari, saremmo stati in un mondo pieno di guerre e sofferenze”.

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