Ritrovata in Svizzera Mia Montemaggi: è stata vittima di un rapimento programmato

Il rapimento di Mia Montemaggi si è concluso con il ritrovamento, ieri, in Svizzera, assieme alla madre. La donna avrebbe organizzato un rapimento programmato.

Ritrovata in Svizzera Mia Montemaggi: è stata vittima di un rapimento programmato

Il rapimento di Mia Montemaggi ha destato, per diversi giorni, grandi preoccupazioni sulle sorti della piccola. Per fortuna, la bimba francese di 8 anni, rapita da Vosgi martedì scorso, è stata ritrovata ieri, 18aprile. 

Mia era assieme alla madre, in una casa in Svizzera,nel comune di Sainte-Croix, nel cantone di Vaux. Dopo 6 giorni di intense ricerche, la conferma del ritrovamento è arrivata dal pubblico ministero di Nancy, Francois Perain che ha sottolineato come tutto ciò sia stato possibile grazie a quasi 200 gendarmi francesi intervenuti nell’ambito dell’inchiesta condotta dal 13 aprile.

Il rapimento programmato di Mia

Nicolas Heitz, pubblico ministero di Epinal, ritiene che la madre di Mia, Lola Montemaggi, avesse programmato il rapimento, reclutando uomini, probabilmente sul dark web. La donna ha fatto rapire la bambina mentre la piccola si trovava dalla nonna materna, nel villaggio di Paulìeres, riuscendo a guadagnarsi la fiducia della nonna, fingendo di essere un gruppo di rappresentanti per la tutela dell’infanzia.

A rapimento avvenuto, Mia, dopo circa 20 minuti, era già tra le braccia della madre. Gli uomini, sospettati di essere i rapitori o di aver partecipato alla preparazione del sequestro, sono stati arrrestati . Si tratterebbe di 5 estremisti adepti delle teorie del complotto. Come già sappiamo, alla donna, 28enne, era stato vietato di vedere la figlia da sola.

Heizt ha ricordato che lo scorso 11 gennaio aveva adottato un atteggiamento preoccupante, dicendo di essere malata, sostenendo una posizione di rifiuto della vita in società, non volendo che nessuno interferisse nella sua esistenza e in quella della figlia. Da allora non era più comparsa alle citazioni in tribunale, manifestando tendenze suicide di fronte a Mia. 

Lola si è separata anni fa dal marito e, secondo svariate testimonianze, ha vissuto momenti molto duri. Quando si è verificata la rivolta dei gilet  gialli, si è dedicata completamente alla causa, facendo dell’opposizione alla società una ragione di vita. Anche per questo non voleva che Mia andasse a scuola. Dopo una serie di episodi di violenza da parte della donna sull’ex marito, in presenza della bambina, le autorità, l’11 gennaio, le hanno tolto la custodia, affidando Mia alla nonna materna Corinne.

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