Primarie americane, Hillary Clinton e Donald Trump vincono a New York

Le primarie per la candidatura alla presidenza degli Stati Uniti ora prende una netta piega per la Clinton e per il miliardario Trump rispetto ai loro avversari Cruz e Sanders, nettamente battuti nella Grande Mela.

Primarie americane, Hillary Clinton e Donald Trump vincono a New York

Hillary Clinton e Donald Trump vincono le primarie newyorkesi per la candidatura alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti che si terranno il prossimo novembre. I due candidati, la democratica ed il repubblicano, battono i rispettivi avversari alla corsa alla presidenza, rispettivamente Ted Cruz e Bernie Sanders.

Hillarry Clinton vince nettamente a New York: tra i democratici il testa a testa pareva molto più serrato rispetto alla controparte repubblicana, con il socialista Sanders che nelle ultime primarie negli altri stati aveva cercato di tenere testa alla Clinton, puntando molto sull’elettorato giovanile e sul fattore sorpresa che riservava la sua candidatura, con il presidente in carica Obama che si è sempre dichiarato neutrale, anche se probabilmente in fondo spera che la Clinton possa sfondare per essere il suo successore alla Casa Bianca; ma la campagna newyorkese è stata condita da un giallo, ovvero la “scomparsa” dalle liste elettorali di 125.000 elettori da Brooklyn, cosa che Sanders ha denunciato, senza però portare prove reali a suo favore.

Hillary ha fatto incetta di voti specialmente fra gli afroamericani e gli ispanici, suo bacino di voto fondamentale, ed ha vinto nettamente le primarie della Grande Mela. Ora solo una clamorosa rimonta potrebbe far salire Bernie Sanders alla candidatura per le elezioni presidenziali e senza un colpaccio nelle primarie della California di giugno difficilmente potrĂ  farcela.

Donald Trump domina invece senza discussione le primarie repubblicane e prende circa il 60% dei voti, sconfiggendo totalmente il rivale Ted Cruz, il quale cerca di recuperare i delegati perduti nelle primarie con una sorta di mercato parallelo di voti, appoggiato magari dall’establishment del partito: è noto infatti che Trump è stato ed è una sorpresa per come è entrato nella campagna elettorale e come abbia sfondato, nonostante il partito stesso lo ritenga un pericoloso estremista e gli preferisca il più “moderato” Cruz.

Ora le primarie americane svoltano nella seconda parte del loro corso, andando attraverso tappe minori verso l’appuntamento californiano, che costituirà l’ultima possibilità per gli inseguitori di rimontare sulla Clinton e su Trump.

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