Papa Francesco al Cairo: carità, unico estremismo possibile

Nello stadio dell'Aeronautica del Cairo erano presenti 30mila persone convenute per partecipare alla celebrazione eucaristica. Papa Francesco va dritto al cuore delle parole: "meglio non credere che essere un falso credente"

Papa Francesco al Cairo: carità, unico estremismo possibile

La vista di papa Francesco al Cairo è continuata nella giornata di oggi con la celebrazione eucaristica. Il tempo era splendido, soffiava anche il vento secco dal deserto. La messa è stata celebrata in latino e in arabo. I cattolici egiziani la ricorderanno come una giornata memorabile: “È il giorno più bello della mia vita, che il Papa porti la pace in Egitto”, ha affermato una signora commossa.

Venerdì pomeriggio ha incontrato il patriarca copto ortodosso Tawadros II, lo ha salutato come “uno dei simboli della pace in un mondo tormentato dai conflitti e dalle guerre“. L’incontro riporta alla memoria quanto accaduto 800 anni fa, quando San Francesco è stato accolto dal sultano. I due capi religiosi poi hanno firmato insieme una “dichiarazione congiunta” che dice la volontà di collaborazione e avvicinamento.  La giornata, dopo la preghiera nella chiesa copta di san Pietro per le vittime dell’attentato Isis dell’11 dicembre, si è conclusa con il saluto e l’incoraggiamento ai giovani venuti per salutarlo.

Alle 30mila persone giunte per la celebrazione eucaristica Papa Francesco ha rivolto una parola del Vangelo che ha un significato univoco in tutte le religioni: le Beatitudini. Egli ha ricordato che la qualità della vera fede, ossia quella che rende tutti “più caritatevoli, più misericordiosi, più onesti e più umani; è quella che anima i cuori per portarli ad amare tutti gratuitamente, senza distinzione e senza preferenze; è quella che ci porta a vedere nell’altro non un nemico da sconfiggere, ma un fratello da amare, da servire e da aiutare; è quella che ci porta a diffondere, a difendere e a vivere la cultura dell’incontro, del dialogo, del rispetto e della fratellanza”.

Questa fede produce il coraggio del perdono, la forza di aiutare chi è caduto, di vestire chi è nudo, di sfamare l’affamato, di visitare il carcerato, di aiutare l’orfano, di dar da bere all’assetato, di soccorrere l’anziano e il bisognoso. 

Alla celebrazione erano presenti rappresentanti governativi, molti musulmani e cristiani copto ortodossi. Per loro e per tutti il Papa usa un linguaggio chiaro: “Per Dio è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!“. Frequentare i luoghi di culto non serve a nulla se nei nostri cuori non c’è il timore di Dio e della sua presenza. La preghiera senza la carità non serve a nulla. Con forza Papa Bergoglio ha esclamato : “Dio gradisce solo la fede professata con la vita, perché l’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità! Qualsiasi altro estremismo non viene da Dio e non piace a Lui!“.

Dopo la preghiera con il clero, i religiosi, le religiose e i seminaristi, il Papa rientrerà a Roma.

 

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