Libano, così si insegna ai bambini rifugiati a proteggere il loro corpo

Gli educatori di una Ong libanese, Himaya, danno lezioni di prevenzione di abusi sessuali in un centro sociale di Zahale, in un edificio gestito dall'Unicef con fondi dell'Unione Europea

Libano, così si insegna ai bambini rifugiati a proteggere il loro corpo

Gli educatori di una Ong libanese, Himaya, danno lezioni di prevenzione degli abusi sessuali in un centro sociale di Zahale, in un edificio gestito dall’Unicef con fondi dell’Unione Europea (dal 2013, l’UE ha contribuito con 114,45 milioni di euro al lavoro dell’Unicef in Libano). Ad assistere alla lezione sono 25 bambini e bambine dai 7 agli 11 anni, rifugiati vulnerabili e traumatizzati dalla guerra, che vivono in condizioni di assoluta povertà, senza acqua potabile e cibo, spesso vittime di abusi sessuali, fisici e psicologici.

Vi spiegherò dove nessuno deve toccarvi“, dice Antonio Nakhle con un linguaggio per bambini. Il maestro disegna sulla lavagna il corpo di un bambino e di una bambina e segna con delle croci la bocca, il petto e i genitali. Poi, ad alta voce, dice i nomi di queste parti del corpo e chiede ai piccoli allievi di ripeterli con lui. E’ il modo per prevenire gli abusi sessuali nei confronti dei piccoli rifugiati. “Questa parte – dice Nakhle indicando il petto – nessuno può vederla né fotografarla”.

Ogni mese vengono alla luce 15 nuovi casi di abuso solo nella valle della Bekaa, racconta al quotidiano El Mundo Ramona Khawly, direttrice di Himaya nella città di Zahle. E questo numero è solo la punta dell’iceberg, sottolinea. Non si hanno statistiche nazionali complete. La maggior parte dei bambini rifugiati siriani lavora nell’agricoltura, perché i genitori non possono mandarli a scuola, ed è proprio nei campi che si consumano molti abusi sessuali. “I casi a rischio più alto sono dentro le proprie famiglie“, continua Khawly. Nel 2015, il Ministero libanese per gli Affari Sociali e la ong Himaya hanno contato 1.278 casi di abusi infantili a rifugiati siriani.

Himaya (che in arabo significa Protezione) è nata nel 2009, per reagire alla statistica pubblicata nel 2007 da Save the Children e la Ong libanese Kafa che allertava sulla terribile situazione dei bambini in Libano: uno su sei era vittima di abusi sessuali.

Himaya non lavora solo nella valle della Bekaa, dove prestano il loro aiuto oltre 130 membri; è presente anche il altre importanti zone del Libano, come Beirut o Sidone, anche questa della Bekaa è la zona con una maggiore concentrazione di siriani fuggiti dalla guerra in Siria.

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