Le 10 bufale che vi hanno raccontato sugli immigrati

Vengono trattati meglio degli italiani, in realtà non scappano dalla guerra e portano solo malattie. Ma è vero? Ecco i 10 più diffusi falsi miti sugli immigrati.

Le 10 bufale che vi hanno raccontato sugli immigrati

Chi non ha mai sentito dire che gli immigrati vengono trattati meglio degli italiani? Oppure che portano malattie?

Spesso la gente racconta e divulga notizie senza prima controllare la credibilità della fonte, e ciò provoca un’ondata di disinformazione che si propaga in maniera esponenziale, soprattutto nel web, alimentando xenofobia e razzismo, pilastri portanti di alcuni partiti politici che non mancano di rincarare la dose.

Stiamo vivendo un periodo in cui il ruolo dei social network, e di internet in genere, esercita una notevole influenza sul popolo. Questa influenza tuttavia viene manipolata dalla fame di guadagno tramite le pubblicità inserite nelle pagine web, il che porta ad una vera e propria creazione di false notizie che possano suscitare il clamore e lo sdegno della popolazione. Ottengono così un discreto guadagno dalla valanga di visualizzazioni delle fake news, senza considerare l’effetto deleterio che hanno sull’opinione pubblica.

A causa di questo propagarsi incontrollato di bufale e falsità, Medici senza Frontiere ha deciso di raccogliere i falsi miti più diffusi, provando a smentire e a contestualizzare tutte le mezze verità raccontate dai populisti sull’immigrazione.

1. Lo Stato mette gli immigrati in hotel di lusso trattandoli meglio degli italiani in difficoltà

Dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia, si è iniziato a polemizzare sui contributi dati ai migranti. Cavalcando l’onda dell’indignazione, alcuni politici populisti hanno promosso lo slogan “Non è giusto che in Italia ci siano tanti disoccupati mentre ai profughi vengono dati 40 euro al giorno senza che facciano nulla”. Ovviamente la maggior parte delle notizie che hanno trattano il tema dell’accoglienza in hotel a 4 stelle, sono senza alcun dubbio delle enormi bufale create ad hoc e diffuse nei social da utenti ignari.

In realtà le strutture di accoglienza in Italia sono organizzate in Cpsa (centri di primo soccorso e accoglienza), Cda (centri di accoglienza), Cara (centri di accoglienza per i richiedenti asilo) e Cie (centri di identificazione ed espulsione). Poi ci sono gli Sprar, i centri di seconda accoglienza per gli immigrati richiedenti e titolari della protezione internazionale.

La gestione delle strutture ricettive, come gli alberghi, è gestita seguendo una determinata serie di rigidissimi bandi, regolata dal ministero degli Interni.

L’accoglienza di un richiedente asilo ha un costo di 40 euro al giorno ma questa somma non viene distribuita ai migranti, questi soldi vanno alle strutture di accoglienza. Ai migranti vengono dati circa 2 euro di diaria giornaliera, chiamato anche pocket money. I soldi dati alle strutture vengono utilizzati per le spese di vitto e alloggio, l’affitto e la pulizia degli stabili e gli stipendi dei lavoratori e del personale.

I migranti che non ricevono accoglienza finiscono per vivere in condizioni degradanti ai margini della società, alimentando i 10mila rifugiati richiedenti che già vivono in questa maniera.

2. Sono troppi quelli che arrivano in Italia, è una vera invasione

Non è così, non c’è nessun allarme invasione. La maggior parte delle persone in fuga tende a spostarsi verso i paesi vicini al proprio. Infatti, secondo le statistiche ufficiali, il maggior numero di rifugiati provenienti dall Siria si trovano in Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto, superando i 5 milioni.

L’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, l’Unhcr, ha diffuso i dati ufficiali secondo i quali, nel 2015, oltre 65 milioni di persone sono state costrette alla fuga, ma l’86% rimane nelle regioni più povere del pianeta. Il 39% si trova in Medio Oriente, il 29% in Africa, il 14% in Asia e Pacifico, il 12% nelle Americhe e soltanto il 6% in Europa.

Del 1,8 milioni di rifugiati in Europa, l’Italia ne ospita 118mila e 60 mila richiedenti asilo. I paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati al mondo sono la Turchia (2,5 milioni), il Pakistan (1,6 milioni) e il Libano (1,1, milioni).

3. I migranti portano le malattie

 Tubercolosi, ebola e scabbia sono le malattie spesso citate ed associate all’arrivo dei migranti in Italia. In più di 10 anni di attività, Medici senza frontiere non ha mai assistito ad un caso in cui ci sia stata un’emergenza di salute pubblica dovuta agli immigranti.

Il virus ebola, che ha dato inizio all’epidemia in Africa, non può in nessun modo essere portato dai migranti, come afferma Msf: “Sono almeno 5.000 i chilometri da percorrere per arrivare alle coste del Nord Africa dai paesi dove si manifesta il virus ebola ed è impensabile percorrerli per via terrestre in meno dei 21 giorni che rappresentano il periodo d’incubazione della malattia. Il virus Ebola è molto letale e nella maggior parte dei casi provoca malattia sintomatica e poi morte nell’arco di pochi giorni dall’infezione”.

La tubercolosi, invece, è una malattia ancora presente in Italia e non ha nulla a che vedere con i flussi migratori.

La scabbia non è altro che una malattia della pelle dovuta a scarse condizioni igieniche. Si contagia solo attraverso un contatto ravvicinato ed è tranquillamente curabile tramite una semplice pomata.

Dopo ogni sbarco sulle coste italiane, il ministero dell’Interno in collaborazione con il ministero della Salute, attuano rigidi controlli con screening sanitari.

Per quanto riguarda i casi di meningite in Toscana, il professore ordinario in microbiologia e virologia al San Raffaele di Milano ha affermato: “Una delle bugie che più mi infastidiscono è quella secondo la quale gli attuali casi di meningite sarebbero dovuti all’afflusso di migranti dal continente africano. In Europa i tipi predominanti di meningococco sono B e C, ed in particolare i recenti casi di cui si è occupata la cronaca sono stati dovuti al meningococco di tipo C; al contrario, in Africa i tipi di meningococco più diffusi sono A, W-135 ed X. Per cui è impossibile che gli immigrati abbiano qualcosa a che fare con l’aumento di meningiti in Toscana. Per cui chi racconta queste bugie è certamente un somaro ignorante”.

4. Non stanno poi così male, hanno tutti uno smartphone

La Siria non è un paese povero, si classifica come paese a reddito “medio-basso” secondo un’analisi della World Bank. Quindi perchè dovrebbe sorprendere il fatto che queste persone posseggano uno smartphone? Essere in possesso di un telefono cellulare non gli toglie il diritto all’asilo politico e non per questo sono costretti a morire rimanendo in un paese in guerra.

Uno smartphone si può acquistare anche per meno di 100 dollari e risulta essere un mezzo di comunicazione molto prezioso quando ci si trova a dover fuggire di casa per raggiungere una meta sconosciuta. Per cui è ridicolo sorprendersi o indignarsi guardando immagini di rifugiati con in mano un telefono cellulare, o addirittura pensare che “per questo” non abbiano bisogno d’aiuto. 

5. Dovremmo aiutarli a casa loro

Sebbene questa affermazione possa essere moralmente condivisibile, è importante non chiudere gli occhi su quella che risulta essere la realtà oggettiva. In Siria, paese dal quale arrivano grande parte dei migranti, c’è una guerra che non accenna a fermarsi, iniziata nel 2011 nessun intervento diplomatico è risultato in qualche modo efficace. Secondo i Medici senza frontiere il problema dell’Europa è quello di concentrarsi troppo sull’esternalizzazione dei controlli di frontiera continuando a voler respingere o deviare il flusso di migrazione. In questo modo, oltre a riservare un trattamento inumano agli immigrati, si finisce solo con l’arricchire le reti dei trafficanti.

La soluzione, sempre secondo Msf, sarebbe quella di garantire vie sicure e legali per l’Europa, migliorando sia le condizioni di accoglienza, sia le condizioni per l’accesso al diritto d’asilo e al ricongiungimento familiare.

Per quanto riguarda invece le continue crisi in Africa o in Asia, è semplicemente impensabile credere di poter intervenire e risolvere in pochi giorni conflitti che vanno avanti da decenni, così come è impensabile credere di poter bloccare un flusso migratorio mosso dalla forza della disperazione.

6. Tra i migranti si nascondono i terroristi

E’ un dato di fatto, la maggior parte dei terroristi che hanno commesso attentati in Europa sono lupi solitari, cittadini europei a tutti gli effetti, radicalizzati online.

Chi arriva in Italia risulta essere, per la maggior parte dei casi, vittima del terrorismo e non il contrario. Sicuramente alcuni episodi si sono verificati anche tra i richiedenti asilo, ma riguardano una piccola minoranza e comunque sempre identificata. Niente quindi sembra poter giustificare il detto “sono tutti terroristi”.

7. Rubano il lavoro agli italiani

Invece si potrebbe quasi dire che il lavoro degli stranieri aumenta l’occupazione italiana. Secondo un rapporto del Centro Studi di Confindustria, l’immigrazione avrebbe effetti positivi sul mercato del lavoro italiano: sia nell’industria sia nelle costruzioni, il crescere dell’occupazione straniera aumenta la crescita dell’occupazione italiana.

Ci sono lavori che gli italiani non sono più disposti a svolgere tanto che molte attività agricole devono proprio la loro sopravvivenza al lavoro degli immigrati.

Ogni anno 8 miliardi di euro vengono versati dagli immigrati in contributi sociali, ricevendone tre in termini di pensione e altre prestazioni sociali, in pratica un saldo netto di 5 miliardi. Msf spiega inoltre come, secondi i calcoli dell’Istituto, un punto Pil sia stato guadagnato dal nostro paese solo di contributi sociali degli immigrati.

Rimane invece sconcertante lo sfruttamento dei braccianti stranieri nelle regioni del Sud Italia, costretti a vivere in condizioni degradanti, vengono sfruttati per via della loro situazione precaria che li rende facilmente ricattabili.

8. Non è vero che scappano dalla guerra

I motivi principali che spingono queste persone a lasciare il proprio paese sono molteplici e non tutte riguardano delle vere e proprie guerre. In Eritrea e in Gambia, per esempio, ci sono regimi oppressivi, dal Senegal o dalla Tunisia fuggono per la povertà estrema, in Nigeria, Niger, Camerun e Ciad ci sono delle vere e proprie crisi umanitarie, in Mali c’è una forte instabilità politica e militare. Infine le guerre che costringono intere popolazioni ad abbandonare la propria casa sono in Siria, Iraq, Nigeria, Afghanistan, Sud Sudan, Yemen, Somalia.

Che sia un regime, la povertà o una guerra, le ragioni per scappare dal proprio paese natale riguardano sempre una mancanza di cibo, acqua, strutture sanitarie oppure il concreto pericolo di scontri a fuoco, violenze, saccheggi, etc…

9. Sono tutti uomini, forti e muscolosi

Spesso gli uomini giovani e forti sono gli unici in grado di affrontare un viaggio così lungo e pericoloso e spesso donne, bambini e anziani muoiono nel tragitto. Questo però non dovrebbe renderli meno bisognosi d’aiuto sebbene la propaganda populista pensi il contrario.

Solo nel 2015 è stato dimostrato come su 1 milione di immigrati arrivati in Grecia, Spagna o Italia, il 17% sia composto da donne e il 25% da bambini. 

10. Le carceri sono piene di immigrati, quelli che arrivano sono tutti criminali

Nessuno studio ha mai trovato una corrispondenza tra aumento di immigrati e aumento di reati commessi da immigrati.

Gli stranieri nel nostro paese, a parità di reato, sono molto spesso sottoposti ad una carcerazione preventiva rispetto agli italiani che ottengono più facilmente i domiciliari. Questo è uno dei motivi per cui nel settembre del 2016 si è contato un 34% di reclusi stranieri nelle carceri italiane. Un altro motivo si riscontra nella facilità con la quale le forze di polizia sottopongono gli stranieri a fermi e controlli.

Uno studio dell’American Economic Review, condotto da Paolo Pinotti dell’Università Bocconi di Milano, ha mostrato che la legalizzazione degli immigrati riduce il crimine. Analizzando il tasso di criminalità di oltre 100mila stranieri prima e dopo il decreto flussi del 2007, si nota che l’incidenza si dimezza l’anno successivo, per chi è stato accettato e messo in regola, mentre resta invariata fra chi è rimasto “irregolare”. Con questo Msf fa notare come la regolarizzazione degli stranieri li allontana dalla delinquenza e diminuisce il numero di reati economici.

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