La drammatica situazione del campo profughi di Calais a Le Iene

Il campo profughi di Calais, in Francia, è uno dei più grandi d'Europa e le condizioni di vita sono disperate. Eppure non ne parla nessuno. A puntare i riflettori su questo enorme accampamento è la trasmissione Le Iene, con il reportage di Marco Maisano

La drammatica situazione del campo profughi di Calais a Le Iene

Il campo profughi di Calais, nel nord della Francia, è uno dei più grandi dell’Europa, eppure non ne parla nessuno. E’ stata la trasmissione Le Iene, col reportage di Marco Maisano andato in onda martedì, a puntare i riflettori su questa enorme tendopoli fuori dalla città portuaria, soprannominata The Jungle.

Calais è l’unico collegamento tra l’Inghilterra e il resto dell’Europa. E’ qui che confluiscono tantissimi migranti provenienti dal Medio Oriente per tentare di raggiungere l’Inghilterra, che fa sì parte dell’Europa ma non ha aderito alla convenzione di Schengen, che consente il libero transito delle persone tra tutti i paesi dell’UE. Di conseguenza chi non ha il visto inglese può riuscire a farlo solo clandestinamente. La maggior parte di loro ha un solo sogno, attraversare la Manica, e le prova tutte per realizzarlo: saltano sui camion in corsa, si nascondo nei container delle navi e c’è chi addirittura tenta di arrivare nel Regno Unito attraversando a piedi l’intero tunnel, circa 50 Km dove i treni sfrecciano velocissimi: decine di profughi hanno perso la vita in questo modo.

Ma la polizia controlla che nessuno riesca a superare la doppia recinzione col filo spinato; è solitamente molto aggressiva, picchia i profughi, gli spara contro e lancia lacrimogeni per impedire loro di arrivare al treno e alle navi. Negli ultimi mesi ci sono stati tantissimi scontri drammatici tra la polizia e i migranti.

Attualmente circa 8.000 migranti di diverse nazionalità vivono in questo accampamento; ogni giorno ne arrivano circa una cinquantina e le condizioni di vita sono assurde, in mezzo al fango, alle pozzanghere cariche di ogni batterio possibile, al freddo e spesso senza coperte.

Tutto qui è improvvisato: baracche che diventano ristornanti, negozi, bar e persino una chiesa e una scuola. C’è anche chi fabbrica sigarette, in attesa di potersi cotruire una vita in Inghilterra, del resto in Francia, soprattutto dopo gli attentati del 13 novembre scorso, intolleranza e xenofibia sono sentimenti diffusi tra la popolazione.

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