Inizia il conto alla rovescia per la Brexit: tra un anno esatto la rottura con l’UE

Il conto alla rovescia è iniziato: il cammino tortuoso ma finora inarrestabile della Brexit si concluderà tra 365 giorni. In data 30 marzo 2019 verrà sancita la rottura definitiva tra Regno Unito e Bruxelles.

Inizia il conto alla rovescia per la Brexit: tra un anno esatto la rottura con l’UE

La Brexit continua il suo cammino inarrestabile; il 30 marzo 2019, salvo un improbabile colpo di scena, avverrà la separazione ufficiale tra Regno Unito e Unione Europea. Questo incombente divorzio ha i giorni contati, precisamente 365.

Theresa May, proprio in occasione di questa speciale ricorrenza di date, si è dedicata ad un tour de force di ben 12 ore, nel quale ha attraversato tutte le nazioni del Paese per  ribadire il suo totale impegno nel far sì che il processo avvenga in modo indolore, avviando il Regno Unito ad un “futuro luminoso”.

“Right or Wrong, my Country”“Giusto o sbagliato, il mio Paese” – questo è lo slogan dei Tories che punta a mitigare le opinioni degli oppositori, facendo intendere che indipendentemente dal fatto che la Brexit sia giusta o sbagliata, è necessario essere collaboranti per il bene di un Paese appartenente a tutti i britannici. Un ottimismo, quello di May, Johnson e Gove, che ancora una volta porta a ribadire il concetto trainante dell’ideologia brexista, ovvero il fatto che, lasciando l’Unione, ci saranno a disposizione più risorse da impiegare nel bilancio pubblico. A tal riguardo, in una recente intervista alla BBC, Theresa May ha dichiarato: “Ovviamente non dovremo più versare grandi somme di denaro a Bruxelles, quindi avremo più soldi disponibili per le nostre priorità, come la sanità pubblica e le scuole”.

I Laburisti continuano ad essere fortemente scettici e a sperare in un’inversione di rotta riguardo le politiche finora adottate, o quantomeno in una Brexit più “soft” e sempre aperta al dialogo. Non mancano inoltre di sottolineare le evidenti spaccature in casa Tory, e mettono in allerta su una possibile situazione di “caos” in Parlamento. I Liberals, d’altro canto, sperano ancora in quel secondo referendum mai realizzato, che rappresenterebbe l’ultimo e definitivo tentativo di bloccare la temuta uscita dall’UE.

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