In Inghilterra nuova legge prevede che il medico chieda ai pazienti il loro orientamento sessuale

Cambiano le linee guida per la sanità in Inghilterra. La nuova legge prevede che il medico possa chiedere l'orientamento sessuale ai propri pazienti. Si apre un dibattito popolare sulla questione se sia corretto o meno.

In Inghilterra nuova legge prevede che il medico chieda ai pazienti il loro orientamento sessuale

Arriva dal Regno Unito la notizia che, in questi giorni, sta facendo discutere anche all’estero. Per il Parlamento inglese i medici saranno obbligati a chiedere ai propri pazienti, dai sedici anni in su, di dichiarare il proprio orientamento sessuale. Il sistema sanitario britannico cambia così, e lo fa preparandosi a censire anche l’aspetto sessuale dei propri pazienti, e lo faranno qualunque sia il motivo della loro richiesta di assistenza.

Si tratterà di dover seguire le nuove linee guida destinate per il momento a entrare in vigore per i medici e gli infermieri che lavorano negli ospedali e negli ambulatori pubblici inglesi, anche se già si è aperto un dibattito che è al centro di polemiche e con reazioni contrastanti a seconda delle persone e del loro pensiero.
Interviste fatte in strada hanno registrato il pensiero della gente. Secondo gli inglesi questa nuova legge non avranno alcun impatto sulle cure delle persone. Le autorità locali vengono addidate come responsabili di una mancanza di equità nella legge che risulta discriminante. La discriminazione deriva dal fatto che il sesso e l’orientamento sessuale non hanno alcuna incidenza sulle cure che la persona riceve.

Al pensiero popolare ha risposto la portavoce della Sanità Nazionale che ha spiegato che i dati raccolti non saranno utilizzati in nessun modo per discriminare i pazienti, assicurando che non ci sarà alcun impatto sull’assistenza che sarà garantita a tutti.
I pazienti, parlando con il medico, potranno definirsi: eterosessuale, gay, lesbica, bisessuale o di altro orientamento, ma sarà possibile anche rifiutarsi di rispondere.

Sul Messaggero è stato riportato la critica rilasciata da Paul Martin, della Fondazione Lgbt di Manchester, il quale si dichiara favorevole alla nuova legge perché se i gay non vengono contati, significa che per la società non contano. Al contrario, è stato più critico e contrario nei confronti della legge Peter Swinyard, presidente della Family Doctor Association, che ritiene l’indagine potenzialmente intrusiva e offensiva, oltre che irrilevante dal punto di vista medico per la maggior parte dei casi.

Grande divisione sia tra le persone che tra i politici. Ma la discussione non si può limitare all’Inghilterra o al Regno Unito, se ne parla anche a livello europeo. Anche in Italia si riflette sul fatto se sia giusto o meno dichiarare il proprio orientamento sessuale in ambito medico o se sia più giusto che ci siano solo determinati casi in cui l’orientamento sessuale sia necessario conoscerlo per rilevanze medico e di salute.

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