Gran Bretagna: oggi verrà staccata la spina al piccolo Charlie

Il bimbo, di dieci mesi, è ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra, e gli verrà staccata la spina poiché affetto da una malattia ritenuta dai medici non curabile.

Gran Bretagna: oggi verrà staccata la spina al piccolo Charlie

Le macchine che tengono in vita il piccolissimo Charlie Gard, il bambino che è gravemente malato, si spegneranno nella giornata di oggi. Il piccolo è mantenuto in vita grazie ai macchinari dell’ospedale Great Ormond Street Hospital di Londra, con i medici che ne hanno definito la malattia non curabile e questa sopravvivenza  un doloroso protrarsi della sua agonia. La decisione dei medici è stata annunciata dai genitori di Charlie.

Questi ultimi hanno detto: “noi e soprattutto Charlie siamo stati terribilmente abbandonati lungo tutto il processo”. Ciò nonostante, ringraziano tutti i comuni confinanti e gli altri genitori che hanno voluto dare una mano, anche con una semplice colletta. I genitori vogliono passare le ultime ore insieme al bambino che “ci lascerà sapendo che è stato amato da moltissime persone”. 

Le parole dei genitori non finiscono qui, poiché con un post su Facebook rivelano che sono delusi dal fatto che non hanno potuto decidere se il piccolo poteva rimanere in vita, e nemmeno il luogo della sua morte e, sempre in questo post, hanno pubblicato delle loro foto con il piccolo Charlie Gard. 

Subito alla nascita, al piccolo era stata trovata la sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, che causa un invecchiamento precoce ai muscoli. La malattia è molto rara, tanto che – in tutto il mondo – solo 16 persone ne soffrono. I medici dell’ospedale Great Ormond Street Hospital avevano già avvisato questi sfortunati genitori che il loro figlio non avrebbe avuto occasione di sopravvivere, ed hanno quindi deciso di porre fine alle agonie di Charlie Gard

I genitori Connie e Chris Gard volevano però tentare una cura, ancora in fase di sperimentazione, negli Stati Uniti, avviando anche una colletta cittadina. I coniugi – però – si son visti bocciare, dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, questa possibilità perché il bambino così si sottoporrebbe solamente a “dolore continuo, sofferenza e stress”.

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