Francia, sfrutta la geolocalizzazione di Snapchat per pugnalare il suo rivale in amore

È accaduto qualche giorno fa in una piccola cittadina francese, ove un 25enne - con problemi nel gestire la rabbia e la gelosia - ha sfruttato la geolocalizzazione della nota app per rintracciare la fidanzata, e pugnalare il probabile rivale in amore.

Francia, sfrutta la geolocalizzazione di Snapchat per pugnalare il suo rivale in amore

Tra le applicazioni introdotte nei moderni smartphone, a godere di un certo successo sono quelle che introducono funzionalità di geolocalizzazione, perché permettono di ritrovare il proprio device, se smarrito o rubato (come accaduto ad un’anziana signora, tornata in possesso del suo telefono per la goffaggine del relativo ladro), o di ricongiungersi con le persone care, tenendone sotto controllo la posizione, specie in casi di calamità naturali o di ipotizzati pericoli. Peccato che, talvolta, una simile funzionalità, quella della geolocalizzazione, porti anche sulla soglia di una potenziale tragedia, come accaduto qualche giorno fa in Francia.

La storia oggetto della presente notizia è stata diffusa via web dal tabloid transalpino “France Bleu”, ed ha per protagonista un venticinquenne di Billère, un ridente comune di circa 13 anime, ubicato nella regione della Nuova Aquitania, precisamente nel dipartimento dei Pirenei Atlantici. Qui, a metà della scorsa settimana, in barba al clima locale particolarmente sereno, si è sfiorata una vera e propria tragedia della gelosia, che ha avuto per tramite involontaria Snapchat, la celebre app delle condivisioni estemporanee, ed una sua recente opzione per lo sharing della posizione geografica.

Su Snapchat, è bene ricordarlo con un breve preambolo tecnico, la posizione può essere condivisa in 2 modi. Uno meno interattivo, consistente nella pubblicazione di uno Snap, magari anche nelle proprie Storie, sul quale è affisso un filtro geografico che cita i riferimenti del posto (es. Roma, Via Vai 11, 22 C°), o tramite la funzione Snap Map, introdotta a Giugno. Quest’ultima, ben più interattiva, mostra una mappa con gli avatar Bitmoji degli amici, localizzati in base all’ultima volta che hanno avviato l’app, e delle “zone di calore”, indicanti la concentrazione di Snap emessi. 

Allorché vennero introdotte le Snap Map, ci si lamentò per le possibili implicazioni sulla privacy, ma Snap Inc. (la società sviluppatrice, co-fondata da Evan Spiegel) tacitò la polemica spiegando che la condivisione della posizione era disattivata di default, avveniva solo ad avvio dell’app e dietro autorizzazione, e che vi era una “modalità fantasma” che permetteva di sfruttare le Snap Map mantenendosi invisibili. Tutto giusto, a patto di usarle, queste cautele.

Il 25enne di cui sopra, ad un certo punto, sul tardi, ha provato a chiamare la sua (a questo punto, ex) fidanzata ma, non riuscendo ad ottenere una risposta al telefono, ha sfruttato le mappe di Snapchat per localizzare l’incauta fanciulla e, dopo averla individuata vicino alla piscina del paese, munitosi di un coltello, si è recato sul posto con tutte le peggiori intenzioni del mondo. Dopo averla sorpresa in auto con un uomo, senza un “se” o un “ma”, ha aggredito quest’ultimo accoltellandolo alla gamba, per fortuna senza metterlo in pericolo di vita.

Inutile dire che l’epilogo della vicenda è stato piuttosto scontato. La gendarmeria è intervenuta sul posto, e ha tratto in arresto il ragazzo, sul conto del quale non sono emersi precedenti penali per violenza, ma “solo” sospetti di aver – mesi fa – maltrattato la fidanzata. Il reo confesso – ha ammesso di avere “qualche” problema con la gelosia – è stato trattenuto in cella, e spostato in isolamento, in attesa di un processo per direttissima a inizio di questa settimana. Snap Inc. intanto, interpellata sull’argomento, non ha voluto rilasciare dichiarazioni

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