Ethel, vedova novantenne di Bob Kennedy, digiuna in favore dei bambini immigrati

Ethel Kennedy rende onore alle lotte sociali del marito Bob, assassinato a causa dei suoi ideali progressisti. La vedova Kennedy (90 anni) si è unita ad altri 50 membri della famiglia in una catena di sciopero della fame.

Ethel, vedova novantenne di Bob Kennedy, digiuna in favore dei bambini immigrati

Le immagini dei bambini immigrati separati dalle loro famiglie al confine tra Messico e Stati Uniti hanno fatto il giro del mondo, suscitando attacchi da parte della comunità internazionale nei confronti del Presidente Trump, considerato il responsabile di questa politica a detta di molti disumana. Ciò che più ha colpito l’opinione pubblica sono state delle foto ritraenti minori di origine sudamericana rinchiusi in degli spazi simili a “gabbie” in attesa di essere collocati sul suolo americano, lontani dai genitori respinti al confine.

Molti personaggi di spicco si sono mobilitati in iniziative tese a sensibilizzare il pensiero collettivo su questo tema scottante; una di loro è Ethel Kennedy, vedova novantenne di Bob Kennedy. Non potendo recarsi di persona al confine con il Messico, Ethel ha deciso di protestare insieme ad altri 50 membri della famiglia con un digiuno della durata di 24 giorni.

Lo sciopero della fame prevede che i partecipanti digiunino per 24 ore e tengano il conto del cibo che avrebbero consumato giornalmente, donando la somma equivalente al prezzo degli alimenti ad una associazione benefica noprofit, chiamata “Break bread, not families” (spezziamo il pane, non le famiglie).

La signora Kennedy, intervistata, ha giustificato la sua decisione dichiarando: “Generazioni di americani non hanno faticato e non si sono sacrificati per costruire un paese i cui bambini e genitori sono messi in gabbie in nome di una cinica agenda politica”. Ethel vuole così tenere alto il nome del marito, morto per essersi battuto in favore della giustizia sociale; appena un mese fa, aveva infatti deposto una rosa sulla tomba di RFK, assassinato proprio mentre era in lizza per diventare Presidente degli Stati Uniti.

La questione dei migranti minorenni sradicati dalle famiglie ha mobilitato molti personaggi dello spettacolo statunitensi e non, contrari alla politica di tolleranza zero, sperando in qualche passo indietro del governo Trump.

Continua a leggere su Fidelity News