Eritreo estradato in Italia non è il boss dei trafficanti di migranti

Era stato arrestato a Khartoum il mese scorso e estradato in Italia mercoledì scorso, ma c'è stato un errore, uno scambio di persona. Il detenuto non è Mered Medhanie, il boss del traffico di migranti, ma un rifugiato di 27 anni.

Eritreo estradato in Italia non è il boss dei trafficanti di migranti

Mercoledì è stato annunciato l’arrivo in Italia di Mered Medhanie, il boss del traffico internazionale di migranti, l’uomo diventato milionario (con una ricchezza che si aggira intorno ai 10 milioni di euro) organizzando il viaggio di migliaia di persone verso le coste siciliane, in realtà molto spesso verso la morte. Le autorità italiane aveva chiesto al Sudan la sua estradizione, ma poco dopo il suo arrivo sulle reti sociale si è diffusa la notizia di uno scambio di persona: il detenuto non è il trafficante Medhanie, ma un rifugiato di 27 anni che risponde al nome di Medhanie Tesfamarian Berehet.

La polizia inglese e italiana hanno immediatamente aperto un’indagine sul caso, ma nessuno fino ad ora ha riconosciuto i suoi errori. Il detenuto era solo di passaggio a Khartoum e non è mai stato in Libia. “E’ incredibile, come hanno potuto scambiarlo per un trafficante?”, dice al quotidiano The Guardian Fshaye Tasfai, cugino del detenuto, rifugiato a Tunisi.

Mered Medhanie è un eritreo di 35 anni che si fa chiamare Il Generale, per la sua ammirazione per il deposto Muammar Gheddafi, la cui moglie e figli vivono in Svizzera come fossero aristocratici. Dal 2015 l’Interpol gli sta alle calcagna perché è considerato il maggior trafficante di uomini nella rotta del Mediterraneo, il responsabile del naufragio di decine di barconi al largo di Lampedusa e della morte di migliaia di migranti.

Non è noto dove si trovi il vero Medhanie, ma gli esperti nella lotta contro le mafie ritengono che non si sia mi mosso dal suo appartamento di Tripoli, in Libia, da dove dirige la sua organizzazione. Oggi, tutte le milizie libiche lavorano per lui e lo proteggono, incluso lo Stato Islamico, con il quale ha un accordo che gli consente di entrare e uscire dalle sue zone costiere per il trasferimento dei migranti previo pagamento di una sostanziosa commissione.

Nessuno sa cosa succederà al refugiato Medhanie Tesfamarian Berehet, il presunto falso trafficante, ma è certo che il vero boss eritreo continua a lavorare: giovedì e venerdì Medici Senza Frontiere ha recuperato più di 1.200 migranti al largo di Lampedusa; e lo scorso anno 340.000 persone hanno raggiunto l’Italia attraverso la Libia.

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