Cina, video porno virale sul web sconvolge il Paese

In Cina, un video porno è riuscito ad abbattere la Muraglia di Fuoco ed a finire in rete. Il governo tuona: "Cittadini sconvolti!". Ma loro si fanno i selfie di fronte al "negozio-set" del filmato amatoriale

Cina, video porno virale sul web sconvolge il Paese

La Cina, si sa, non è esattamente un Paese tra i più permissivi, specialmente per quel che concerne la reperibilità dei materiali su internet. Basti pensare che il governo cinese era addirittura arrivato ad oscurare colossi come Facebook, Skype e Wikipedia in tutta la nazione, a causa di contenziosi riguardanti la libertà d’espressione. Perché in Cina avere un pensiero divergente da quello proposto dalle autorità governative è considerato alla stregua di un reato.

Il fenomeno è noto a livello mediatico con il soprannome di “Grande Muraglia di Fuoco”, in riferimento al fantastico monumento ch’è un po’ l’immagine da cartolina per eccellenza della Cina stessa. Ma se la Grande Muraglia-quella vera-è sinonimo di storia e cultura, lo sbarramento virtuale creato dall’intelligence governativa per censurare qualsiasi contenuto ritenuto “inadatto” a raggiungere i computer cinesi, è semplicemente una delle forme più repressive di veicolazione dell’informazione mai ideate nel nuovo millennio.

Ma se addirittura Skype è riuscito ad ottenere un ban in Cina, a causa di alcuni termini giudicati “volgari” dalle autorità locali, come funziona il discorso per il materiale pornografico? La risposta è piuttosto ovvia. Così quando l’altroieri (martedì 14 Luglio) un filmato porno di circa un minuto è misteriosamente comparso online, tutto il Paese è letteralmente andato in tilt.

Il video è apparso su piattaforme come WeChat e la famigerata risposta cinese a Twitter, il sito Weibo, dando una bella gatta da pelare ai cani da guardia della censura di Pechino. Nel video si possono ammirare due persone, un uomo con degli occhiali ed una donna, nel mentre di un amplesso consumatosi proprio all’interno di un Uniqlo nella capitale cinese. La Uniqlo è una nota azienda giapponese di vestiti casual.

Si è trattato insomma di un vero e proprio oltraggio per le poltiche locali, secondo le quali anche solo scrivere un termine scurrile sul web può far diventare l’intero contenuto del messaggio passibile di censura. Xu Feng, direttore del Cyberspace Administration of China (CAC), ha affermato che: “Il video si è diffuso come un virus online, e va contro i nostri valori socialisti”.

Feng si è dimostrato assolutamente risoluto nell’affermare che: “Il governo continuerà a censurare tutto il materiale volgare che troverà in rete, per salvaguardare il web”. La polizia di Pechino è tuttora al lavoro nel tentativo di capire chi abbia diffuso il filmato, e come sia riuscito ad aggirare l’embargo informatico.

Fatto sta che, sebbene i segugi del governo deputati al mantenimento della Muraglia di Fuoco abbiano affermato che: “gli utenti di internet sono molto preoccupati per l’accaduto, e condannano l’atto senza riserve”, la reazione generale della popolazione è invece stata di tutt’altro genere. Portali come Taobao e Tmall hanno addirittura realizzato delle T-shirts ad hoc, per commemorare l’evento.

E gli abitati di Pechino si sono detti per la maggior parte deliziati dalla visione del filmato, piuttosto che scioccati. Tant’è che giovedì mattina, un vero e proprio esercito di cinesi-prevalentemente di giovane età-si è accalcato proprio di fronte all’esercizio Uniqlo dov’è stato girato il video.

Il motivo? Scattarsi un selfie sul set del film che, sebbene sia durato solamente un minuto (e qui la tentazione di infierire sull’occhialuto protagonista sarebbe molta, ma forse ai cinesi-digiuni di tali acrobazie per lungo tempo-sta bene anche così), ha saputo entusiasmare tutta la Cina. Fuorché, ovviamente, i vertici della dittatura di Pechino.

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