Attentato Manchester: ecco chi sono gli eroi che hanno dato aiuto

Sin dai primi istanti dopo il terribile attacco terroristico al Manchester Arena del 22 maggio scorso, ci sono state tante persone che si sono prodigate per prestare soccorso. Ecco chi sono.

Attentato Manchester: ecco chi sono gli eroi che hanno dato aiuto

L‘atto terroristico del 22 maggio scorso al Manchester Arena – che ha provocato la morte di 22 bambini, oltre al ferimento di 119 persone – ha portato oltre al terrore anche tanto caos tra i tanti sopravvissuti. In tutto questo ci sono state persone che non ci hanno pensato due volte ad attivarsi e a prestare subito soccorso alle vittime.

“C’erano tanti bambini insanguinati” dice Steven Johns (a destra nella foto), un clochard che giusto quella sfortunata sera si trovava nella zona del Manchester Arena, aggiungendo che ha tolto le schegge e i chiodi che si erano coficcati nella pelle delle ragazzine. Il senzatetto riferisce che stava dormendo in un giaciglio di fortuna all’aperto, quando il fragore dovuto allo scoppio della bomba lo ha svegliato.

Steve invece di fuggire, si è avvicinato all’Arena per dare i primi soccorsi ai tanti ragazzi che uscivano urlanti e sanguinanti dal concerto di Ariana Grande. E’ stato un aiuto prezioso il suo: ha rassicurato bambine scioccate, sollevato le gambe di chi era svenuto, tolto elementi metallici conficcati nella pelle delle vittime.

Ma come Steven, anche Chris Parker (a sinistra nella foto), un altro senza tetto che si trovava proprio all’ingresso dell’Arena per chiedere l’elemosina, che a causa dell’esplosione, lo spostamento d’aria lo ha fatto cadere a terra. Anche lui ha immediatamente offerto il suo aiuto, in particolar modo ad una bambina gravemente ferita che è rimasta tra le sue braccia fino all’ultimo respiro.

Oltre a loro sono stati in tanti ad offrire il loro aiuto come i tassisti che hanno trasportato gratis tante persone, ma anche una donna che ha portato cinquanta ragazzini e ragazzine in un albergo vicino per allontanarli dal luogo del terrore e calmarli, in attesa dell’arrivo dei loro genitori.

 

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