Andrew Spannus: senza dialogo, rischio terza guerra mondiale

Andrew Spannus: Trump guarda oltre la Corea del Sud, ma rischia di restare intrappolato in Siria da Turchia e Russia. Terza guerra mondiale possibile senza il dialogo.

Andrew Spannus: senza dialogo, rischio terza guerra mondiale

Donald Trump pare stia cercando in tutti i modi di fermare il dialogo che con i giochi olimpici si è aperto tra le due Coree. La sua tattica, secondo il giornalista e analista americano, Andrew Spannaus, è quella di fare delle pressioni forti e, solo alla fine, con diplomazia, aprire al dialogo, perché “l’America ha prospettive ben più grandi della Corea del Sud, guarda oltre“.

In questo momento, afferma Spannus in un’intervista pubblicata dal “ilsussidiario”, tra le due Coree c’è un dialogo in atto, anche se con la Corea del Nord non è sempre chiaro se questa apertura sia “autentica diplomazia o propaganda“. Se le due Coree dialogano, indirettamente sono coinvolti anche gli USA.

Mike Pence avrebbe voluto incontrare il presidente nordcoreano nel corso delle Olimpiadi, a condizione che Pyongyang rinunciasse al programma nucleare. La Corea del Nord ha preferito rinunciare all’incontro. Le condizioni poste ancor prima di cominciare un dialogo, secondo Spannus, finiscono nel nulla. 

La Corea del Sud cerca delle aperture al dialogo e, trovatele, vorrebbe coinvolgere gli USA, ma non è questo l’interesse americano. Il progresso diplomatico sulla penisola, per gli Usa, è un orizzonte troppo piccolo: Trump ha degli obiettivi che vanno oltre la Corea del Sud

Gli USA, in Siria, stanno sostenendo i curdi contro gli alleati della Nato, i turchi. Pare che una possibile soluzione a questa tensione, secondo il giornalista americano, stia in un “dialogo sottobanco” già in atto. Ankara intanto cerca di stare in equilibrio tra l’alleanza con la Nato e la vicinanza alla Russia. Se i turchi non fermano la loro battaglia, una via d’uscita, secondo il parere di Spannus, sarebbe il “congelare la situazione“: diversamente, si rischia una terza guerra mondiale.

Gli USA hanno bisogno di mantenere le alleanze, ma temono però una presenza troppo forte di Iran e Russia nella zona. Così, a suo tempo, hanno incoraggiato l’inizio della guerra. Ora, l’Iran non vuole lasciare ciò che ha conquistato, ma i russi sono del parere che devono restare fino a quando non verrà eletto democraticamente un governo. Gli Hezbollah, in Siria, hanno messo radici conquistando un ruolo importante: si occupano dei servizi sociali e hanno il controllo militare sul territorio

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