Taranto, call center paga 33 cent l’ora. Stipendio tagliato a chi va in bagno (1 / 2)

Taranto, call center paga 33 cent l’ora. Stipendio tagliato a chi va in bagno

Quando abbiamo un guasto alla linea telefonica, un problema alla bolletta dell’energia elettrica o vogliamo semplicemente alcuni chiarimenti sulla fatturazione di un servizio della pay TV la prima cosa che facciamo è cercare il numero del call center per poter parlare con un operatore che possa risolvere il nostro problema e rispondere ai nostri quesiti in maniera soddisfacente e professionale.

Il lavoro svolto da uomini e donne nei call center è senza alcun dubbio molto importante per il benessere economico delle aziende che rappresentano per vari motivi.

Da un lato un’assistenza ai clienti qualitativamente elevata offre un’immagine positiva del brand, dall’altro un consulente professionale che riesce a soddisfare le richieste del cliente predispone quest’ultimo all’acquisto di ulteriori servizi e soprattutto lo fidelizza evitando che questo si rivolga alla concorrenza.

Purtroppo, però, il lavoro degli operatori call center viene ancora oggi considerato un mestiere di secondo livello, un lavoro che può essere fatto soltanto da alcuni studenti in attesa di completare gli studi universitari oppure in attesa di un’occupazione migliore oppure ancora da tutte quelle mamme che vogliono contribuire all’economia familiare con uno stipendio part-time.

L’opinione che la società ha di questo lavoro è in qualche modo influenzata anche dal modo in cui i vertici di alcune aziende trattano i propri dipendenti considerandoli solo dei numeri per generare profitti e non come lavoratori seri e professionali che meritano un riconoscimento orario che rispetti almeno i basilari diritti umani.

Negli ultimi giorni sta facendo discutere una denuncia della Cgil contro un’azienda che ha versato ad un dipendente uno stipendio di sole € 92 per un mese di lavoro.