Riforma pensioni e LdB 2019: verso quota 100 modulabile

Sulle pensioni anticipate tramite la quota 100 emerge l'ipotesi della soluzione modulare sulla base della categoria dei lavoratori: sarĂ  la quadratura del cerchio?

Riforma pensioni e LdB 2019: verso quota 100 modulabile

Sulle pensioni flessibili si delinea una nuova ipotesi, che potrebbe effettivamente riuscire a garantire una quadratura del cerchio tra le esigenze di prepensionamento dei lavoratori in età avanzata che vivono situazioni di disagio e la necessità di garantire la tenuta dei conti pubblici. Si tratta della quota 100 modulabile, ovvero di un provvedimento che consentirà l’uscita tramite la somma di età anagrafica e contribuzione, con vincoli che però saranno differenziati sulla base del settore di appartenenza dei contribuenti.

L’ipotesi prende forma a partire da situazioni e modelli operativi già presenti all’interno del comparto previdenziale, come nel caso dei fondi esuberi riguardanti i settori bancari, chimici e farmaceutici. Si tratta di meccanismi di accompagnamento alla pensione ormai rodati e che consentono ai lavoratori del settore di non vivere situazioni traumatiche nel momento in cui l’azienda si trova ad attuare piani di ristrutturazione.

Allo stesso tempo, questi strumenti si sono dimostrati anche delle ottime leve per rilanciare il turn over e l’occupazione giovanile. Un altro esempio è invece quello dell’isopensione, che prevede la quiescenza anticipata del lavoratore con costi a carico del datore di lavoro.

Pensioni flessibili e legge di bilancio 2019: si lavora sulla rimodulazione della quota 100

Stante la situazione appena descritta, è chiaro che l’eventuale successo o insuccesso di questa nuova ipotesi dipenderà dal grado di praticabilità da parte dei lavoratori. D’altra parte il vincolo anagrafico per l’accesso a partire dai 64 anni, di cui si è parlato molto nelle scorse settimane, rischia di escludere una larga parte della potenziale platea dei beneficiari.

Modulare la quota 100 sulle situazioni di disagio consentirebbe di offrire un salvagente ad una parte dei lavoratori che altrimenti risulterebbero esclusi per il mancato raggiungimento del limite d’età. Ovviamente, la priorità andrebbe alle crisi aziendali attualmente in corso, per le quali l’esecutivo starebbe valutando anche una reintroduzione della Cigs, in modo da garantire un reddito ponte a coloro che non potranno beneficiare immediatamente delle nuove opzioni di prepensionamento.

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