Riforma pensioni e assegno sociale, nel 2019 si va dai 67 anni

L’assegno sociale si prepara a vedere aumentare il parametro anagrafico di accesso: dal 2019 serviranno almeno 67 anni di età, ma l’importo potrebbe salire fino a 780 euro al mese.

Riforma pensioni e assegno sociale, nel 2019 si va dai 67 anni

Con l’arrivo del nuovo anno l’età di accesso all’assegno sociale sale ad almeno 67 anni: è quanto previsto dalla legislazione vigente, che fissa tale requisito per l’ottenimento della misura del welfare a sostegno di persone che vivono una situazione di disagio economico in età avanzata.

Al fine di riuscire ad ottenere quella che una volta era conosciuta come la pensione sociale, oggi ridenominata assegno, i richiedenti devono quindi dimostrare di avere tutti i requisiti necessari. Pertanto, al vincolo anagrafico si aggiungono anche i cosiddetti criteri reddituali, oltre alla residenza in Italia per almeno un decennio. Stante quest’ultimo vincolo, il diritto alla percezione è possibile sia per i cittadini italiani che per quelli comunitari ed extracomunitari.

I criteri reddituali dal 2019

Entrando nello specifico dei vincoli reddituali, la misura di sostegno è pensata per offrire una tutela a chi è senza reddito oppure possiede un reddito molto basso. In particolare, il limite necessario entro il quale restare per mantenere il diritto al beneficio è fissato a 5889 € l’anno se si risulta da soli, oppure a 11778 euro l’anno nel caso di persone coniugate.

Si tratta di importi che fanno riferimento al 2018, pertanto da considerarsi provvisori per il 2019 (quando arriverà un nuovo aggiornamento al riguardo). Le persone che non possiedono alcun reddito possono beneficiare pienamente dell’assegno, mentre chi possiede degli introiti inferiori a tali cifre potrà ottenere l’assegno in misura ridotta e ad integrazione fino alle suddette soglie.

A questo quadro bisogna infine aggiungere che il Governo sta lavorando ad un possibile aumento degli assegni più bassi, pertanto anche questo genere di misura potrebbe beneficiare della cosiddetta “pensione di cittadinanza”. Se così fosse, l’assegno minimo verrebbe innalzato fino a 780 euro al mese, Sulla questione si attendono però ancora i dettagli operativi, visto che la misura è tutt’ora in corso di discussione in Parlamento.

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