Pensioni flessibili e quota 100 verso il riscatto della laurea, ma non sarà per tutti

Con la quota 100, il Governo studia un meccanismo agevolato per recuperare gli anni degli studi universitari al fine di maturare i requisiti anticipati di quiescenza, ma solo per i lavoratori che risultano inseriti nel sistema contributivo puro.

Pensioni flessibili e quota 100 verso il riscatto della laurea, ma non sarà per tutti

Al centro delle nuove ipotesi d’intervento sulla flessibilità previdenziale vi sarebbe una rampa agevolata di accesso per il riscatto della laurea, con la possibilità di modulare l’entità dei versamenti rispetto alle reali necessità (contenendone così i costi). È quanto emerge dalle ultime indiscrezioni riguardanti il “pacchetto pensioni”, ovvero l’insieme di provvedimenti di riforma che dovrebbero riguardare il sistema pensionistico.

La misura sarebbe pensata in particolare per quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare un po’ più tardi proprio a causa degli studi universitari, e che quindi hanno problemi a raggiungere il requisito contributivo di accesso all’Inps. Ricordiamo ad esempio che per accedere alla nuova pensione anticipata tramite la quota 100 sarà necessario aver accumulato almeno 38 anni di versamenti (unitamente ad almeno 62 anni di età).

Pensioni anticipate e riscatto della laurea: la nuova misura con sgravi importanti e vincoli di accesso

Stante la situazione appena descritta, bisogna evidenziare che se da un lato il nuovo provvedimento potrebbe consentire sgravi importanti per i lavoratori che dovessero aderire, dall’altra parte presenta anche dei vincoli di accesso piuttosto netti. Per poter usufruire dell’opzione sembra infatti necessario essere inseriti all’interno del sistema contributivo puro, un metodo di calcolo che presenta assegni notevolmente più bassi rispetto al pensionamento tramite il sistema misto.

In questo senso, il riscatto della laurea potrebbe risultare molto meno oneroso, ma avendo conseguenze dirette sull’importo del futuro assegno (che essendo calcolato secondo il principio della capitalizzazione del montante, risulterà più basso proprio per i versamenti minori). Il vero vantaggio dovrebbe quindi essere proprio a livello temporale e cioè nella possibilità di guadagnare anni di contributi importanti al fine della maturazione dell’anzianità di carriera.

Una situazione che appare particolarmente favorevole soprattutto se si effettua un confronto con le regole attuali di calcolo del riscatto di laurea, che prevedono di tarare i versamenti sull’ultimo stipendio. Con la conseguenza di produrre costi di accesso da decine di migliaia di euro, rispetto ai quali è molto frequente una rinuncia all’operazione da parte dei lavoratori.

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