Pensioni e LdB 2019: verso riforma a tappe, prima quota 100 e opzione donna

Sulle pensioni c'è attesa per la presentazione della prima bozza della legge di bilancio 2019 in settembre. Il Governo sembra intenzionato a procedere prima con la Quota 100 e l'opzione donna, mentre per la quota 41 è probabile uno slittamento.

Pensioni e LdB 2019: verso riforma a tappe, prima quota 100 e opzione donna

Si moltiplicano le conferme circa l’intenzione del Governo di portare avanti il superamento della legge Fornero tramite un intervento graduale, a partire dalla nuova quota 100 e dalla possibile proroga dell’opzione donna (sulla quale nelle ultime settimane sono emersi meno dettagli). Sembra invece destinato al medio termine l’atteso provvedimento sui lavoratori precoci, con il quale si aprirebbero le porte dell’Inps una volta maturati i 41-42 anni di contribuzione (indipendentemente dall’effettiva età anagrafica maturata).

A delimitare il confine del possibile intervento è stato l’ultimo vertice tenutosi presso Palazzo Chigi, durante il quale la squadra di Governo ha fatto il punto della situazione non solo in merito ai provvedimenti in corso di approvazione, ma anche (e soprattutto) rispetto alla verifica delle possibili coperture. Due elementi che abbiamo visto procedere in tandem nelle scorse settimane e che sono determinanti per la quadratura del cerchio riguardante la riforma previdenziale, assieme all’avvio della flat tax e del reddito di cittadinanza.

Riforma pensioni e LdB 2019: l’obiettivo è iniziare il percorso di cambiamento

Con la nuova legge di bilancio 2019 il Governo cercherà quindi di centrare un primo obiettivo di riforma, sebbene ormai sia chiaro che l’orizzonte temporale seguito dall’esecutivo per portare a compimento le promesse elettorali è rappresentato dall’intera legislatura. Nel prossimo anno dovrebbe comunque divenire già disponibile la nuova quota 100, che si basa su un’età anagrafica minima (l’ipotesi più discussa prevede attualmente la maturazione di almeno 64 anni di età) e su una contestuale anzianità contributiva (corrispondente a 36 anni per raggiungere 100 con il vincolo anagrafico più basso).

Sarebbe invece rinviata al prossimo anno la quota 41-42, che come già detto non prevede alcun vincolo anagrafico e che risulta quindi destinata ai cosiddetti lavoratori precoci, ovvero a quei soggetti che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che per questo hanno accumulato oltre quattro decenni di versamenti pur restando ancora lontani dai vincoli legati alla maturazione dell’uscita di vecchiaia. Per entrambe le opzioni sembrano comunque allo studio anche alcuni paletti finalizzati a garantire la sostenibilità dei conti pubblici, come ad esempio il ricalcolo parziale del futuro assegno secondo il metodo contributivo.

La possibile proroga dell’opzione donna

Un ulteriore provvedimento riguarda invece la cosiddetta opzione donna, anch’essa inserita nel contratto di Governo e destinata alle lavoratrici che accettino il ricalcolo interamente contributivo del futuro assegno. Durante la campagna elettorale è stato annunciato l’ampliamento della platea, ma resta ancora da comprendere il limite emerso in diverse occasioni circa l’utilizzo delle risorse residue.

Un vincolo che non sembra essere gradito dalle stesse lavoratrici, anche considerando la penalizzazione a cui devono andare incontro rispetto all’importo dell’emolumento. Ad ogni modo, per capire quale sarà l’effettivo orientamento del Governo non resta che attendere le prossime settimane.

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