Pensioni e LdB 2019: per finanziare la riforma arrivano risorse anche dalla pace fiscale

Definito il nodo del Decreto Dignità, il Governo si concentra sulla prossima riforma delle pensioni. Parte la caccia alle risorse, tra le opzioni si valuta anche l'avvio della pace fiscale.

Pensioni e LdB 2019: per finanziare la riforma arrivano risorse anche dalla pace fiscale

Risolta la questione del Decreto Dignità, la prossima sfida che il Governo dovrà affrontare dal punto di vista del welfare lavorativo e previdenziale riguarda l’agognato superamento della legge Fornero. Si tratta di un capitolo difficile soprattutto per le necessità di bilanciare le aspettative dei lavoratori (che si attendono provvedimenti di ampio respiro) e le esigenze di tenuta dei conti (con i mercati che cominciano a prezzare l’incertezza tramite un aumento dello spread).

D’altra parte, le stime riguardanti le misure allo studio non lasciano intendere che vi possa essere grande spazio di manovra. Già ora si parla di una legge di bilancio 2019 da oltre 25 miliardi di euro, di cui oltre 12 miliardi dovranno essere destinati alla sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, impedendo che si attivino le clausole automatiche di salvaguardia.

Pensioni anticipate: la nuova quota 100 costerà 4 miliardi, mentre per la quota 41 bisognerà attendere

Tornando a concentrarci sulla prossima riforma previdenziale, il costo della quota 100 con un limite d’ingresso a 64 anni di età (e quindi con almeno 36 anni di contribuzione) è stimato a 4 miliardi di euro, per una platea di potenziali destinatari che inizialmente dovrebbe coinvolgere 400mila persone. Per contenere la spesa entro i limiti appena riferiti, vi dovrebbe essere anche un parziale ricalcolo contributivo dell’assegno ed un limite nel ricorso ai contributi figurativi (con un massimo di due anni).

Contestualmente, potrebbero però arrivare risorse imporanti anche dalla cosiddetta “pace fiscale“, un provvedimento che non riguarderà i grandi evasori e che dovrebbe consentire di appianare le vertenze in capo ai soggetti più deboli della società, tramite quello che il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio chiama un “saldo e stralcio“. L’idea è di “chiuderla così con un forfettario, per poi ripartire”.

Il provvedimento dovrebbe diventare operativo dall’inizio del prossimo anno ed ovviamente porterebbe in dote introiti notevoli. Per fare un raffronto, si potrebbe coprire quasi del tutto la Quota 100. Le stime parlano infatti di circa 3,5 miliardi di euro: sopravvenienze non indifferenti (seppure una tantum) in un frangente nel quale bisogna far quadrare il cerchio della sostenibilità di bilancio.

Continua a leggere su Fidelity News