Pensioni, dal 2019 cambiano i requisiti per l’adeguamento all’aspettativa di vita

Mentre imperversa il dibattito sulla flessibilità previdenziale il nuovo adeguamento all'aspettativa di vita basato sui dati Istat è destinato ad aumentare i requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia e anticipata.

Pensioni, dal 2019 cambiano i requisiti per l’adeguamento all’aspettativa di vita

Il dibattito sulla flessibilità previdenziale è destinato ad entrare nel vivo durante le prossime settimane, ma nel frattempo i lavoratori che matureranno i requisiti di accesso alla pensione nel prossimo anno saranno comunque chiamati a fare fronte all’aggiornamento deciso con la legge di stabilità 2018.

Si tratta dell’applicazione ai criteri contributivi e anagrafici dell’adeguamento all’aspettativa di vita, un meccanismo basato sulle rilevazioni dell’Istat e che risulta finalizzato a garantire la sostenibilità del bilancio pubblico. Il sistema però prevede risvolti pesanti per i lavoratori ed al riguardo non vi sono stati annunci di riforma all’interno del nuovo contratto di Governo giallo-verde.

Dal 2019 serviranno 5 mesi di lavoro in più per poter accedere alla pensione

Stante la situazione appena descritta, il nuovo adeguamento all’AdV richiederà la maturazione di 5 mensilità in più, con un evidente impatto nell’anzianità anagrafica o contributiva (a seconda dell’opzione di uscita che si prende in considerazione). Così, per la pensione di vecchiaia sarà necessario raggiungere i 67 anni di età, mentre per l’uscita anticipata i 43 anni e 3 mesi (un anno in meno per le donne).

La misura andrà ad incrementare anche le altre opzioni di quiescenza agevolate, come ad esempio nel caso dell’APE volontario (per il quale sarà necessario raggiungere i 63 anni e 3 mesi).

Cambiano anche i requisiti per l’assegno sociale

Tra le opzioni interessate dall’incremento dei requisiti (per via dell’aspettativa di vita) rientra infine anche una misura di natura assistenziale, slegata quindi da eventuale anzianità contributiva. Si tratta dell’assegno sociale, cioè di una somma concessa in presenza di specifici requisiti di reddito a tutti coloro che risultano in età avanzata e non riescono a maturare una pensione ordinaria.

Anche in questo caso, ci sarà un incremento del requisito anagrafico; partendo dal prossimo anno non basterà più infatti maturare 66 anni e 7 mesi (come avviene ora), ma risulterà necessario raggiungere i 67 anni di età.

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