Pensioni anticipate Quota 100 e Reddito di cittadinanza: verso rinvio per recuperare 5 miliardi?

Si susseguono le ipotesi di rinvio della flessibilità previdenziale e del welfare di cittadinanza dopo l’incontro tra il Premier Conte, il Ministro Tria ed i Commissari UE Juncker e Moscovici.

Pensioni anticipate Quota 100 e Reddito di cittadinanza: verso rinvio per recuperare 5 miliardi?

Il ritorno al dialogo tra l’Italia e Bruxelles sembra essere più vicino dopo la cena tenutasi nel week end tra l’esecutivo italiano ed i vertici della Commissione europea, ma il prezzo da pagare potrebbe essere un rinvio di diversi mesi per alcune delle misure chiave contenute all’interno della legge di bilancio 2019. Stiamo parlando ovviamente delle pensioni anticipate tramite quota 100 e del reddito di cittadinanza, cioè di due misure molto attese dalla popolazione.

Per prima cosa occorre chiarire che l’ipotesi di rinvio tecnico ventilata dalla stampa specializzata non metterebbe comunque in dubbio l’avvio dei provvedimenti, ma li sposterebbe semplicemente in avanti di qualche mese. Quanto servirebbe a guadagnare alcuni decimi di punti percentuali da sacrificare in cambio di un allentamento dei toni con la Commissione Europea. D’altra parte, è stato lo stesso Vice Premier Matteo Salvini ad evidenziare nelle scorse ore che “passi indietro non se ne fanno”.

Legge di bilancio 2019, lo slittamento di Quota 100 e RdC per dirottare risorse sugli investimenti

Stante la situazione appena delineata, appare chiaro che il tentativo portato avanti durante le trattative è quello di alleggerire il rapporto deficit / pil, fissato per la prossima legge di bilancio 2019 al 2,4%. Un sacrificio necessario per concedere qualcosa a Bruxelles, in cambio dello slittamento al prossimo primo aprile di quota 100 e del reddito di cittadinanza.

Il denaro così risparmiato (stimato in una cifra che potrebbe arrivare a raggiungere i 5 miliardi di euro) verrebbe quindi dirottato verso gli investimenti. Secondo il Vice Premier Luigi Di Maio, bisogna inoltre “dare una sensazione di sostegno al mondo produttivo”; motivo per il quale una parte del reddito di cittadinanza potrebbe anche dirigersi alle aziende. Nonostante ciò “non sono ipotizzabili riduzioni della platea di reddito e quota 100” si è affrettato a spiegare l’esponente pentastellato, allineandosi con le recenti prese di posizione di area leghista.

Sullo sfondo resta però un fatto: il guadagno ottenuto con questa strategia sarà solo temporaneo, visto che si tradurrà in una spesa maggiore a partire dal 2020. Un meccanismo che quindi sembra rimandare semplicemente il problema al futuro, stante che l’Inps ha già dichiarato di non ritenere sufficienti le coperture stimate per i prossimi anni.

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