Pensioni anticipate e LdB2019: allarme sanità per Quota 100

La nuova quota 100 in avvio con la prossima Manovra potrebbe svuotare gli ospedali e mettere in difficoltà le strutture sanitarie: previste oltre 25mila uscite in un anno.

Pensioni anticipate e LdB2019: allarme sanità per Quota 100

La nuova opzione di pensionamento anticipato tramite la quota 100 potrebbe mettere in seria difficoltà il settore sanitario, nel caso in cui non si decida di aprire al più presto a nuove assunzioni e specializzazioni. È quanto emerge dai sindacati di settore, che esprimono preoccupazione sulla riforma della legge Fornero e sull’impatto dei prepensionamenti nelle funzioni ordinarie di servizio. 

L’esodo di molti medici e del personale sanitario verso l’agognato pensionamento rischia infatti di lasciare scoperte le corse e di svuotare senza preavviso gli ospedali, visto che le uscite non potevano essere programmate in precedenza. Il sindacato Anaao Assomed ha approfondito la vicenda evidenziando i rischi della situazione e lanciando l’allarme attraverso un nuovo comunicato. 

Pensioni anticipate: ecco come influirà la quota 100 nel settore sanitario

Dal punto di vista pratico, allo stato attuale l’età media di uscita per i medici ed i dirigenti del settore è stimabile attorno ai 65 anni di età, un parametro che tiene conto anche di eventuali riscatti onerosi della laurea e degli anni di specializzazione. La riforma potrebbe di fatto consentire in un solo anno di agevolare la quiescenza contemporanea di tre o quattro scaglioni di lavoratori, con la prospettiva che la maggior parte dei potenziali destinatari decida di lasciare il proprio posto.

Le condizioni di lavoro difficili e stressanti presenti al giorno d’oggi nel settore sanitario non potranno infatti che favorire la decisione di porre fine in anticipo alla propria carriera lavorativa, soprattutto se questa soluzione non prevederà alcun tipo di penalizzazione. In particolare, a poter fruire del provvedimento sono potenzialmente tutti i lavoratori delle classi 1954-57.

A questo scenario bisogna aggiungere che gli attuali medici specializzandi non sono sufficienti per poter sostituire tutte le future uscite, un dato di fatto che potrebbe mettere a rischio la qualità complessiva del sistema visto che il processo di formazione dei nuovi lavoratori possiede tempi e confini ben definiti. Per questo motivo, il sindacato si appella al Governo per sapere in che modo verrà affrontato il problema e quali sono i provvedimenti che si intende mettere in campo con urgenza al fine di rimediare alla possibile emorragia di medici.

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