Pensioni anticipate e LdB 2019, verso rimodulazione della quota 100 con criteri più stringenti

La nuova pensione anticipata tramite la quota 100 potrebbe diventare più lontana per una parte della platea con i requisiti di 64 anni di età e 40 anni di contribuzione.

Pensioni anticipate e LdB 2019, verso rimodulazione della quota 100 con criteri più stringenti

Cambia ancora la quota 100, il meccanismo di pensionamento anticipato proposto dal Governo per garantire il superamento della legge Fornero ai lavoratori rimasti colpiti dal repentino irrigidimento dei requisiti anagrafici e contributivi avvenuto nell’ormai lontano 2011. Secondo le ultime ipotesi circolate nella tarda serata di ieri, la ricerca di una quadra con l’Unione europea sul rapporto tra deficit e Pil potrebbe portare a criteri maggiormente stringenti sul nuovo sistema di ingresso nell’Inps.

Sarebbe in particolare il Prof. Alberto Brambilla ad aver proposto la quadratura del cerchio, garantendo comunque un vantaggio sui criteri ordinari di quiescenza per chi ha maturato i requisiti della nuova opzione da almeno due anni. Nella pratica, significa che per poter ottenere il pensionamento anticipato tramite la quota 100 nel 2019 serve aver maturato almeno 64 anni di età e 40 anni di contribuzione entro la fine del 2018.

Il dibattito sui requisiti di accesso alla pensione anticipata

Il risultato della formula appena evidenziata è di garantire un calo della spesa, riducendo di fatto le possibili uscite dei lavoratori di quasi la metà. Il provvedimento andrebbe però incontro alle esigenze dei lavoratori, perché permette comunque uno scivolo agevolato rispetto a quanto previsto dalla Manovra Monti-Fornero. Tutto ciò, inviando al contempo un segnale importante anche ai tecnici europei, visto che il costo potrebbe inizialmente scendere a meno di 4 miliardi di euro nel 2019, contro i 7 miliardi stimati per una quota 100 senza vincoli di accesso.

L’effetto pratico per i lavoratori prenderebbe invece forma a partire da un dato di fatto: le prime uscite dal lavoro garantite dalla nuova opzione di prepensionamento avverrebbero a marzo 2019, per chi ha maturato i requisiti entro la fine del 2018. Successivamente, uscirebbero a giugno coloro che hanno raggiunto i requisiti da più di 18 e da meno di 24 mesi e così via.

Allo stesso tempo, l’effetto positivo per l’Inps sarebbe di non doversi trovare a gestire già da gennaio 2019 centinaia di migliaia di domande di quiescenza contemporaneamente. Uno scenario che produrrebbe un picco amministrativo tale da mettere in seria difficoltà l’istituto, al di là delle questioni legate ai parametri di accesso discussi a livello governativo.

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