Pensioni anticipate e LdB 2019: la quota 100 rischia di slittare di 3 mesi nella P.A

Le ultime notizie in merito alle pensioni flessibili tramite la nuova quota 100 indicano che i lavoratori statali e della pubblica amministrazione potrebbero vedere le prime uscite solo a partire da giugno 2019.

Pensioni anticipate e LdB 2019: la quota 100 rischia di slittare di 3 mesi nella P.A

La nuova quota 100 non ha ancora preso forma in via definitiva all’interno della legge di bilancio, ma i dettagli che emergono di giorno in giorno proseguono ad alimentare una discussione molto accesa. L’ultima novità al riguardo è inerente i lavoratori pubblici, destinati a poter accedere alla quiescenza flessibile solo a partire da giugno 2019.

La questione riguarda il nuovo meccanismo di prepensionamento che dovrebbe consentire di accedere all’Inps a partire da almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione. Nel caso degli statali, sarà inoltre necessario aver notificato alla pubblica amministrazione un preavviso di almeno un trimestre. Un ulteriore vincolo che va però a sommarsi al particolare sistema a finestre che caratterizzerà l’opzione, rendendo di fatto possibile il pensionamento solo nel secondo semestre del prossimo anno.

Le pensioni anticipate tramite quota 100 e la vicenda delle quattro finestre di accesso

Per capire meglio la vicenda bisogna ricordare che la quota 100 sarà accessibile solo attraverso quattro diverse finestre trimestrali, alle quali evidentemente dovrà sommarsi per i dipendenti pubblici il vincolo del preavviso trimestrale. Di fatto, la somma di questi due meccanismi vincola l’accesso ai primi pensionamenti flessibili al mese di giugno.

D’altra parte, la preoccupazione dei potenziali aventi diritto non appare del tutto fuori luogo se si considera che al momento il provvedimento di flessibilità è previsto come sperimentale, nonché valido solo per il 2019. Non vi è quindi certezza sul fatto che si possa dare seguito alle domande con gli stessi requisiti anche nel 2020.

La questione non sarebbe però legata semplicemente a dei conteggi di natura economica ed alla necessità di reperire adeguate coperture per il sistema previdenziale. L’avvio della flessibilità pensionistica nel sistema pubblico rischia infatti di generare un vero e proprio esodo dei lavoratori, con la prospettiva di difficoltà nella gestione del servizio. Il tempo aggiuntivo sarebbe quindi essenziale per riorganizzare il lavoro scaglionando le uscite e, al contempo, per dare il via al turn over con i giovani.

Continua a leggere su Fidelity News