Pensioni anticipate e LdB 2019, ecco perché la quota 100 è bocciata dall’Ocse

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo in Europa critica fortemente la nuova Manovra ed il ricorso alla quota 100 per avviare le pensioni anticipate.

Pensioni anticipate e LdB 2019, ecco perché la quota 100 è bocciata dall’Ocse

Il nuovo meccanismo di pensionamento anticipato tramite la quota 100 continua a restare al centro del dibattito politico non solo all’interno del Paese, ma anche nei rilievi dei tecnici internazionali. La misura, che dovrebbe consentire nel 2019 l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età e dai 38 anni di versamenti, risulta infatti tra quelle analizzate dall’Ocse nel suo recente rapporto intitolato Economic Outlook 2018.

Purtroppo, i rilievi dei tecnici non sembrano risultare positivi principalmente per la necessità di ripristinare l’uguaglianza tra generazioni, stante che il costo della misura rischia di riversarsi perlopiù sui giovani. Ed in questo senso non si può non ricordare che anche coloro che attualmente terminano gli studi e si affacciano al mondo del lavoro risultano tra i più penalizzati dal punto di vista del futuro assegno previdenziale.

Per l’Ocse la quota 100 aumenterà le differenze tra generazioni

Entrando nel merito del giudizio espresso dall’Ocse, l’abbassamento dell’età pensionabile rischia di “peggiorare “la disuguaglianza intergenerazionale, aumentando la già alta spesa pensionistica”, oltre che riducendo “la crescita a lungo termine” ed al contempo “l’età lavorativa della popolazione”. Insomma, per i ricercatori, a pagare il prezzo della quota 100 saranno principalmente gli attuali giovani.

Anche in merito al reddito di cittadinanza dall’Organizzazione internazionale si esprime preoccupazione, perché “i benefici sulla crescita saranno probabilmente modesti, soprattutto a medio termine”. Si rimarca quindi l’encomiabile obiettivo di voler aiutare le persone che vivono situazioni di disagio, ma si ricorda che per avere davvero efficacia questa misura dovrà basarsi su una rinnovata efficienza nel mercato del lavoro.

Infine, per quanto riguarda le riforme economiche e sociali nel loro complesso, si evidenziano i rischi di una politica di bilancio imprudente, che avrebbe l’effetto contrario a quello desiderato. Questo perché, con una salita del costo del debito, vengono contemporaneamente meno risorse importanti che potrebbero essere utilizzate nel pubblico in favore dei cittadini.

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