Pensioni anticipate e LdB 2019, ecco chi potrebbe restare tagliato fuori dalla quota 100

La nuova misura di pensionamento anticipato inserita in Manovra 2019 riguarderà potenzialmente 400/500mila lavoratori, ma molti altri ne resteranno esclusi (come nel caso dei precoci).

Pensioni anticipate e LdB 2019, ecco chi potrebbe restare tagliato fuori dalla quota 100

Con l’avvio della discussione parlamentare sulla legge di bilancio 2019 emerge in modo sempre più definito il perimetro d’azione della nuova quota 100, cioè il meccanismo che il Governo giallo-verde ha deciso di approvare per avviare la flessibilità previdenziale. Al momento sembra ormai risolta in modo definitivo la questione dei finanziamenti, stante che alla misura saranno destinati 6,7 miliardi di euro nel corso del prossimo anno (una cifra che salirà a 7 miliardi nel 2020).

Ovviamente appare ormai chiaro che il provvedimento non si rivolgerà in questa fase iniziale a tutti i lavoratori che risultano penalizzati dalla legge Fornero, ma solo ad una specifica platea. D’altra parte, dal Governo si è chiarito che il superamento della Manovra approvata nel 2011 potrà avvenire solo nel corso dell’intera legislatura, pertanto l’intervento sulle uscite di anzianità è stato rimandato alla prossima legge di bilancio (con un probabile avvio a partire dal 2020). Da sottolineare però che assieme alla quota 100 (con una platea di destinatari stimata attorno ai 400/500mila potenziali fruitori) dovrebbero concretizzarsi già nel 2019 anche alcuni interventi minori ma molto attesi dai lavoratori, come nel caso della proroga dell’opzione donna e dell’APE sociale.

Riforma pensioni 2019, quota 41 e lavoratori precoci tagliati fuori dalla flessibilità

Nella cerchia di coloro che dovranno pazientare ulteriormente ci sono quindi i cosiddetti lavoratori precoci, ovvero quei pensionandi che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che non rientrano nei benefici della quota 100 a causa del requisito anagrafico (posto ad almeno 62 anni di età). Per questi soggetti risulta attualmente disponibile una versione limitata della quota 41 (che prevede appunto l’uscita dal lavoro alla maturazione di 41 anni di lavoro), destinata però solo ad una platea ristretta di situazioni di disagio previste dal precedente Governo nella passata legislatura.

L’attuale esecutivo ha comunque confermato l’intenzione di procedere secondo quanto promesso, approvando nei prossimi anni un’estensione dell’attuale quota 41 senza vincoli di accesso ed allargando così ulteriormente il lavoro di flessibilizzazione già avviato tramite la quota 100. Nel frattempo, si punta a sterilizzare l’adeguamento all’aspettativa di vita per chi si trova ad usufruire della pensione di anzianità a partire dal 2019, bloccando così l’incremento automatico di cinque mensilità che sarebbe scattato il prossimo gennaio.

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