Pensioni anticipate 2021, Quota 100 in esaurimento: la sfida della riforma previdenziale italiana

Sulle pensioni anticipate si gioca una delle partite chiave del nuovo governo. La sperimentazione relativa alla quota 100 terminerà il prossimo 31 dicembre 2021. Il nodo da sciogliere nel comparto previdenziale resta uno degli scogli più difficili da superare.

Pensioni anticipate 2021, Quota 100 in esaurimento: la sfida della riforma previdenziale italiana

Le pensioni anticipate tramite quota 100 termineranno entro la fine del 2021. È su questo punto che si gioca una delle partite più complesse per il governo, costretto a intervenire per evitare l’irrigidimento dei requisiti di accesso alla pensione e allo stesso tempo pressato dall’esigenza di garantire la sostenibilità dei conti. L’opzione cristallizza il diritto a ottenere l’accesso all’Inps a partire dai 62 anni di età e 38 anni di versamenti, ma solo per coloro che matureranno in tempo i requisiti.

Per tutti gli altri lavoratori in età avanzata, senza un ulteriore intervento correttivo si prospetta una stretta peggiorativa lunga fino a 5 anni. Comprendere come risolvere il rebus non è semplice. I sindacati chiedono da tempo l’avvio di una pensione per tutti a partire dai 62 anni di età, oppure con almeno 41 anni di versamenti, impiegando i risparmi derivanti dalla quota 100. 

Per il triennio 2019-2021 sono stati stanziati circa 21 miliardi di euro, ma i mancati utilizzi e il successo moderato della misura di prepensionamento ha determinato risparmi per circa 7 miliardi di euro. Si tratta di risorse importanti, ma che non risultano sufficienti per una riforma del sistema di ampia portata.

Riforma pensioni 2021-2022: le ipotesi circolanti dalla politica sul superamento della legge Fornero

Al momento la distanza tra le richieste dei sindacati e le ipotesi presentate dalla politica resta ancora elevata. Il precedente governo era al lavoro sull’avvio della quota 102, che innalzava di due anni il requisito anagrafico garantendo l’accesso all’Inps a partire dai 64 anni e con 38 anni di versamenti. Mentre la proposta più recente di riforma del comparto previdenziale depositata in Parlamento propone la quota 41 per tutti, ma con l’applicazione del ricalcolo contributivo puro.

Per capire cosa succederà bisognerà attendere il prossimo confronto tra governo e sindacati. I tempi stringono e un’ipotesi di riforma dovrebbe comunque arrivare entro le prossime settimane. Nel frattempo i lavoratori si interrogano su quale sarà il proprio destino, in un momento nel quale alle note difficoltà già presenti si sono aggiunti i riverberi negativi della crisi dettata dal coronavirus.

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