Manovra 2018: la sfida si gioca su pensioni e assegni di cittadinanza

Il Governo si prepara alla battaglia finale sui conti; in gioco c'è la tenuta politica della maggioranza giallo-verde, mentre gli italiani attendono di sapere quale sarà il riscontro alle promesse fatte in campagna elettorale.

Manovra 2018: la sfida si gioca su pensioni e assegni di cittadinanza

Il confronto interno alla maggioranza si accende mentre si avvicinano le scadenze tecniche e politiche per l’approvazione della nota di aggiornamento al Def e quindi della nuova legge di bilancio 2019. In palio non c’è solo la tenuta dello stesso Governo, ma anche l’appoggio degli elettori che hanno espresso il proprio voto, anche e soprattutto facendo riferimento alle promesse riguardanti le pensioni flessibili ed il reddito di cittadinanza.

Non sorprende quindi che su questi due punti il pressing sul Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sia divenuto particolarmente sostenuto. Le recenti dichiarazioni arrivate dal leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, confermano l’aspettativa per un cambio di rotta sulla rigidità dei conti pubblici. “Pretendo che il ministro dell’Economia di un Governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà” ha spiegato l’esponente pentastellato qualche giorno fa, ricordando che sul punto non è possibile tergiversare oltre.

Il costo dell’operazione dal punto di vista finanziario potrebbe infatti superare quello politico che l’esecutivo sembra destinato ad affrontare, mentre un simile scenario si concretizza anche per quanto concerne il superamento della legge Fornero in essere ormai dal lontano 2011.

La nuova manovra verso la prova dei mercati

Se le nuove misure riguardanti previdenza e welfare dovranno necessariamente trovare accoglimento all’interno della prossima Manovra, resta implicito che il punto di equilibrio andrà ricercato nelle strategie che verranno perseguite per dare seguito ai provvedimenti.

Dal punto di vista tecnico, il Ministro dell’Economia è chiamato a cercare di limitare il costo dell’operazione, attraverso un difficile lavoro di sintesi. La soluzione sarà probabilmente trovata attraverso un’operazione a tenaglia. Da un lato la revisione dei capitoli di spesa, con la soppressione di provvedimenti considerati sacrificabili; dall’altro lato si tenterà un avvio graduale delle opzioni, ad esempio garantendo i pensionamenti anticipati tramite la quota 100 (sebbene non è ancora chiaro se a partire dai 62, 63 o 64 anni), per scendere al limite dei 60 anni entro il termine della legislatura.

Sullo sfondo resta infine l’ultimo vero esame che l’esecutivo sarà chiamato a superare, ovvero quello dei mercati. L’Italia ha già affrontato una pesante crisi finanziaria e di fiducia nel 2011, tanto che ancora oggi non si può parlare di un completo recupero dal punto di vista macroeconomico (mentre i partner internazionali hanno ripreso a correre da tempo). In questo contesto, all’orizzonte si prospetta il termine delle politiche di quantitative easing da parte della Bce ed una certa severità nell’interpretazione delle regole di bilancio pubblico da parte delle istituzioni europee. Fattori che comunque non potranno essere ignorati dal Ministro Tria nella redazione dei conti riguardanti la nuova Manovra.

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