L’Inps accetta gli immigrati: "Ci fanno guadagnare 38 miliardi"

Secondo un rapporto dell'Inps, in 22 anni, senza i lavoratori dall'estero, si avrebbero 35 miliardi in meno di uscite, ma anche ben 73 miliardi in meno di entrate.

L’Inps accetta gli immigrati: "Ci fanno guadagnare 38 miliardi"

Tito Boeri, il presidente dell’Inps, grazie ad una “relazione annuale” che ha inviato a Montecitorio in questi giorni, delinea le direttrici lungo le quali contributi, previdenza ed assistenza devono camminare di pari passo per far evitare il tracollo della nazione. E si dovrebbe cominciare proprio dagli immigrati: infatti, secondo una statistica dell’Inps, se si dovessero chiudere le frontiere agli immigrati, nei prossimi 22 anni si arriverebbe ad una perdita di 38 miliardi di euro.

Il presidente dell’Inps parla anche del mancato utilizzo delle donne nel mercato lavorativo, ed insiste per una maggiore equità ed il rispetto di alcune leggi come il salario minimo ed il ricongiungimento gratuito dei contributi. E, soprattutto, rivendica una gestione virtuosa della propria azienda: “Nel 2016 è costata 3.660 milioni contro i 4,531 del 2012, all’indomani dell’incorporazione di Inpdap ed Enpals”.

Da un’altro rapporto Inps, su 5,8 milioni di italiani in pensione, circa il 37% dei pensionati nel 2016 ha percepito meno di mille euro. Le donne hanno una percentuale più alta, poiché raggiungono quasi il 47%, mentre per gli uomini ci si arriva al 27%, e per Boeri questi dati assai preoccupanti

Per l’Inps non tutto va male: infatti, grazie anche al Jobs Act emanato da Matteo Renzi, alcune imprese sono davvero cresciute. L’Inps infatti valuta che c’è stato un aumento del numero delle imprese private che superano i 15 addetti: “passate dalle 8.000 al mese di fine 2014 alle 12.000 dopo l’introduzione del contratto a tutele crescenti”.

Infine, parlando ancora degli immigrati, si parla dei rischi di una possibile chiusura delle frontiere in Italia, che bilanciano in parte il calo delle nascite, poiché stanno arrivando molti under 25. Però, rivela sempre l’Inps, solamente con gli immigrati non si risolve il problema, e si dovrebbero applicare delle modifiche per far lavorare le donne anche quando sono in dolce attesa.

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