Da un lato le richieste dei cittadini, dall’altro quelle dell’Europa e dei mercati. Il Governo si trova alla ricerca di un difficile equilibrio tra istanze che si moltiplicano e che aumentano ogni giorno la pressione rispetto alla compilazione della nuova legge di bilancio 2019. Tra chi è chiamato a trovare una soluzione d’equilibrio c’è il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, arrivato oggi al nuovo meeting dell’Eurogruppo per cercare di rassicurare i propri partner internazionali e rispondere alle domande della stampa che chiede informazioni circa la sostenibilità del debito pubblico.
Non sorprende quindi che il Ministro del Tesoro abbia sfruttato l’occasione per avere colloqui personali con i Commissari europei Moscovici e Dombrovskis, i quali continuano a ripetere la necessità di mantenere elevata l’attenzione sulla riduzione del deficit e sulla garanzia che il bilancio pubblico venga tenuto in sicurezza.
Legge di bilancio 2019: le pensioni ed il reddito di cittadinanza alla sfida dei conti
È in questo contesto che si avviano gli ultimi lavori riguardanti la nuova legge di bilancio 2019, una Manovra che potrebbe arrivare a superare i 30 miliardi di euro (c’è chi stima addirittura la necessità di reperire 35 miliardi) e che dovrebbe utilizzare fino ad un terzo delle risorse (circa 10 miliardi) per la realizzazione del reddito e delle pensioni di cittadinanza.
Al fianco della nuova misura di welfare, altri 8 miliardi di euro dovrebbero essere destinati all’avvio del superamento della legge Fornero, un’iniziativa che per stessa ammissione del Ministro dell’Interno Matteo Salvini non potrà essere completa fino a quando non si sarà sviluppata l’intera legislatura. D’altra parte, complessivamente si parla di oltre 18 miliardi di euro, più della metà dell’intero budget a disposizione, mentre gli altri interventi previsti dal Governo restano numerosi. Dalla sterilizzazione dell’aumento dell’IVA alla flat tax, dal rilancio dell’occupazione alla pace fiscale.
Ed è per questo che il cerchio torna a chiudersi ancora una volta sulla sostenibilità delle promesse fatte dall’esecutivo ai propri elettori e sull’effettiva realizzabilità di quest’ultime senza vincoli o compromessi che potrebbero essere considerati poco accettabili. “Vogliamo credere che realismo e pragmatismo si affermeranno” spiega Moscovici, ricordando che l’atteso cambiamento non potrà avvenire a scapito dei conti pubblici.