Krugman: in Europa politica economica espansiva, altro che “riforme strutturali”.

Paul Krugman, premio Nobel per l'Economia ed editorialista del New York Times, dalle colonne on-line del prestigioso quotidiano torna a parlare di "riforme strutturali".

Krugman: in Europa politica economica espansiva, altro che “riforme strutturali”.

Paul Krugman è uno scienziato, nobel per l’Economia, pubblicazioni all’attivo a iosa e autore di divulgazione economica di qualità e di testi accademici adottati in tutto il mondo.

Paul Krugman si arrabbia quando sente parlare di “riforme strutturali” in Europa, espressione che suona positiva ma che nasconde, come la mela di Biancaneve, il veleno sotto una scorza appetitosa. Lui le chiama “Scuse strutturali”.

Beh, è fin troppo gentile.

Povero Paul: ti devi arrabbiare spesso visto che stiamo parlando di uno dei mantra dell’Unione Europea, ripetutto pappagallescamente da qualsiasi esponente politico, dai quelli eletti o piazzati a tradimento alla guida dei governi comunitari, ai tecnocrati non eletti della burocrazia UE.

Per Krugman in questo difficile frangente di crisi economica in Europa, si dice riforme strutturali ma si legge “eliminazione dei diritti dei lavoratori e/o il taglio profondo delle prestazioni sociali”.

Lo dice un Nobel, ed è in nutrita compagnia, sempre di più.

Anche in Italia.

Ora mancano i cittadini organizzati e consapevoli. Forza!

Magistrale chiusura:

Ora l’Europa “chiaramente ha bisogno di meno austerità e di un’espansione monetaria più aggressiva, (…) e la mia impressione è che questi discorsi sulle riforme sono diventati (…) una scusa per non affrontare la realtà del disastro macroeconomico, e una maniera di evitare di considerare le responsabilità della Germania e della BCE, in particolare, nell’aiutare a metter fine all’attuale disastro.”

 

SolidarietĂ  con i lavoratori italiani ed europei oppressi dalla crisi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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