Fisco, pagare di meno è possibile. Ecco come ridurre le tasse al 90%

Pagare il 90% in meno sui debiti fiscali è possibile grazie al “Sovraindebitamento”. Lo ha dimostrato un avvocato di Milano che, utilizzando la norma, è riuscito ad avere uno sconto pari a 455mila euro su un debito di 509mila euro

Fisco, pagare di meno è possibile. Ecco come ridurre le tasse al 90%

Ottenere uno sconto sui debiti contratti con il Fisco è possibile, lo ha dimostrato l’avvocato Pasquale Lacalandra, specializzato in diritto fallimentare.

Applicando la legge n. 3 del 2012, l’avvocato è riuscito a ridurre il debito del proprio cliente da 509mila euro a 54mila euro. Nel merito dell’utilizzo di tale procedura, si è espresso in modo favorevole il Tribunale di Como.

La legge n. 3 del 2012 sul sovraindebitamento permette alle persone fisiche e alle famiglie impossibilitate a far fronte ai propri debiti di avviare una “procedura fallimentare”. Lo scopo della norma è quello di trovare un accordo con i creditori innanzi ad un giudice. Il debitore “incolpevole” può ottenere una riduzione sostanziosa dei debiti in relazione alle sue effettive possibilità.

Grazie a questa procedura, il debitore si trova in una posizione di vantaggio in quanto, trovandosi in una situazione di difficoltà reale, può richiedere una decurtazione del debito. Da parte del creditore, tale procedura risulta altrettanto favorevole perché viene messo innanzi alla possibilità di veder concretizzata una parte del debito, evitando inutili procedure esecutive che non darebbero grandi frutti. I soggetti debitori “incolpevoli” possono far valere tale principio nei confronti di diversi enti come, ad esempio, società finanziarie, banche, Fisco, Equitalia.

L’avvocato, applicando tale procedura, ha dimostrato che il suo cliente debitore nei confronti del Fisco era impossibilitato a coprire il debito maturato nel corso del tempo, ribadendo il concetto che “i debiti di qualunque persona fisica possano essere ridotti a seconda di quanto è il valore del patrimonio del debitore”. Inoltre, l’avvocato ha spiegato come il suo assistito abbia maturato il debito con il Fisco, un debito derivato da una partecipazione del 20% nell’azienda famigliare fallita. L’accertamento fiscale inizialmente era di 166mila euro; poi, grazie alle sanzioni, agli interessi di mora, l’aggio e oneri di riscossione, il debito è lievitato fino a 509mila euro.

Pasquale Lacalandra ha chiarito come, da 509mila euro, sia riuscito ad ottenere una riduzione del 90%; infatti, attuando la procedura del sovraindebitamento, è riuscito a diminuire il debito arrivando con l’Agenzia delle Entrate a 50mila euro, mentre con Equitalia a 4mila euro.

L’avvocato ha illustrato nel dettaglio come si è giunti a tale riduzione “l’importo è stato determinato sulla base delle entrate del debitore, ovvero il solo stipendio. In pratica, ho preso la busta paga di Roberto ed ho applicato la legge sul sovraindebitamento che prevede che lo Stato possa pignorare solo un decimo delle entrate, per chi guadagna fino a 2.500 euro al mese. Questo decimo l’ho moltiplicato per tutti i pignoramenti che gli sarebbero potuti arrivare fino all’età di 84 anni, considerata anche la pensione, attualizzando gli importi a oggi. Su questo ragionamento, l’Agenzia è stata d’accordo e così ha racimolato quasi la metà della cifra debitoria iniziale. È inutile tenere un database di crediti che non recupereranno mai”.

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