Alitalia, si discute il piano industriale per il salvataggio

Casse vuote e oltre un milione e mezzo di perdite al giorno per la compagnia di bandiera italiana, costretta a correre ai ripari per convincere soci e banche. Intanto oltre duemila esuberi per il personale di terra e cassa integrazione per piloti e hostess.

Alitalia, si discute il piano industriale per il salvataggio

Dopo lo sciopero di quattro ore di ieri, a cui ha aderito una cospicua parte dei dipendenti, Alitalia fissa il CDA per lunedì 6 marzo. Nel frattempo è stata siglata la tregua con i sindacati.

Nonstante il primo quadrimestre dell’anno sia solitamente un periodo di boom dei profitti, negli ultimi mesi il bilancio della società ha visto un drastico calo tanto da far tornare le preoccupazioni sulla salute finanziaria complessiva e sui rischi legati a uno stato di insolvenza. Il finanzimento da parte delle banche, inoltre, garantisce liquidità solo fino a fine marzo, rischiando di lasciare i passeggeri a terra prima di Pasqua.

L’incombenza di un tale fallimento implica la possibilità reale di un commissariamento della compagnia aerea da parte del Governo, come unica soluzione per fronteggiare la bancarotta. Il ministro dei Trasporti Delrio, nel frattempo, si è dichiarato aperto alla trattativa con il CDA.

Nella giornata odierna i vertici dell’azienda si sono confrontati sul piano industriale e il rifinanziamento della compagnia al fine di raggiungere un accordo. L’AD Cramer Ball, ostacolato dall’insoddisfazione di Intesa Sanpaolo e Unicredit, le banche investitrici, nei confronti del piano, può attualmente contare soltanto sull’appoggio del partner Etihad Airways.

Complessivamente, si stima che i fondi necessari per rilanciare Alitalia si aggirino intorno ai 900 milioni di euro; negli incontri con le banche, in corso dalla giornata di ieri, non si è raggiunta un’intesa stabile, proprio perchè, secondo Roland Berger e Kpmg, il primo elemento a non essere stabile è il piano presentato da Ball.

Uno dei deficit principali sembra essere proprio l’atmosfera ostile sorta tra gli azionisti in lite costantemente.

La richiesta comune è quella di incrementare ulteriormente i tagli dei costi, almeno 160 milioni per il 2017, contro gli irrisori 2,6 milioni attuali.

Altra lacuna del “Piano Ball” è la completa indifferenza mostrata nei confronti del low cost, unico contatto possibile per instaurare partnership con EasyJet e Lufthansa.

Infine è in programma anche un incontro con Generali, la quale ribadisce il rifiuto di convertire le 300 milioni di obbligazioni in capitale.

 

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