La legge ha dato ragione alla nota showgirl svizzera, ma molto amata e conosciuta in Italia, Michelle Hunziker: i 119mila euro di Irap contestatele dall’Agenzia delle Entrate non erano dovuti. Una decisione che ha messo fine ad una lunga controversia legale che sicuramente farà molto discutere.
“Errare umanum est” diceva l’antico proverbio ed in questo caso è proprio il caso di dirlo. A sbagliare – e non sarebbe la prima volta – è proprio l’Agenzia delle Entrate che qualche anno fa aveva contestato alla nota soubrette svizzera Michelle Hunziker – ex moglie del cantante italiano Eros Ramazzotti ed attualmente sposata con Tomaso Trussardi, rampollo della famosa casa di moda – ben 119mila euro di Irap non pagata.
Sono stati tanti i Vip che spesso hanno – e/o hanno avuto – questioni con il Fisco italiano, e che preferiscono sia per l’elevata pressione fiscale, sia per la trama complessa di leggi contabili e finanziare – in cui spesso anche i più esperti hanno difficoltà ad interpretare correttamente – andar via, trasferendo la loro residenza all’estero.
Non sempre le contestazioni fatte nelle cartelle esattoriali hanno sempre ragione; ecco perchè Michelle Hunziker, forte delle sua assoluta buona fede e delle sue valide ragioni, aveva fatto ricorso per l’ingente somma di denaro richiesta dal fisco italiano. La sua causa è stata seguita da un esperto del settore, l’Avvocato Gianfranco Del Monte, che aveva seguito anche l’analogo caso della top model italiana Bianca Balti.
Tra le argomentazioni del legale, che sembra abbiano convinto i giudici lombardi, quella che i compensi erogati a terzi possono soddisfare il principio dell’autonoma organizzazione perchè vanno correlati all’entità dei ricavi. Nel caso della Hunziker, infatti, a fronte di 2,6 milioni di compensi sono state sostenute spese per 592mila e, tra queste, nessuna per lavoro dipendente o simili.
Si può proprio dire che stavolta l’Agenzia delle Entrate abbia proprio fatto autogol, facendo – di fatto – diventare la conduttrice di Striscia la Notizia, da debitrice a creditrice.