Violenta la nipote per anni: per i giudici è colpevole. Ma non farà un solo giorno di carcere

A Bagheria (Palermo) un uomo aveva violentato per anni la nipote disabile, e ieri è stato finalmente condannato. Ma la legge è chiara: è colpevole ma non deve scontare un solo giorno di prigione.

Violenta la nipote per anni: per i giudici è colpevole. Ma non farà un solo giorno di carcere

Un uomo aveva violentato per anni la nipote disabile, costringendo la vittima a subire le umiliazioni più degradanti pur di soddisfare il suo sadismo; ma nonostante i giudici l’abbiano ritenuto colpevole di tutte le accuse, non dovrà scontare un solo giorno di prigione.

La paradossale vicenda arriva da Bagheria (Palermo), dove nel 2004 una ragazza di 21 anni venne notata da alcuni passanti mentre fuggiva disperata per le strade del paese. Dietro di lei, lo zio la rincorreva urlandole ogni genere di minaccia. I testimoni, scioccati, chiamarono la polizia, e venne a galla uno scenario impensabile.

Perché dalle indagini emerse l’uomo, un trentenne del paese, abusava regolarmente della nipote affetta da ritardo mentale, approfittando della sua situazione e del fatto che non riuscisse a difendersi per sottoporla ad ogni genere di violenza e sevizia sessuale.

Nel 2013 il violentatore venne condannato a sei anni di carcere per violenza sessuale, pena che la sentenza d’appello ridusse a quattro anni. Ma a quel punto entrò in scena la Corte di Cassazione, che annullò entrambe le sentenze in quanto, inizialmente, lo stupratore aveva chiesto di essere processato con rito abbreviato condizionato ad una perizia psichiatrica sulla vittima.

Il tribunale aveva però respinto l’istanza, concedendo solo l’abbreviato incondizionato. Per la Cassazione, ciòl fu incostituzionale. In sintesi: sentenze nulle e tutto da rifare, il processo dovette riprendere dal primo grado. Così il macchinoso e lentissimo iter procedurale della giustizia italiana è dovuto ripartire da capo, con il procedimento che si è finalmente concluso ieri (giovedì 9 giugno, nda) .

I giudici hanno ritenuto l’imputato colpevole dei reati a lui ascritti, condannandolo a 6 anni di reclusione ed al pagamento di un risarcimento di 130.000 euro nei confronti della vittima. Nonostante questo però, l’uomo non trascorrerà un solo giorno in carcere, perché il reato cadrà in prescrizione ad agosto 2016.

Anche qualora la sentenza dovesse venire confermata nei gradi di giudizio successivi dunque, lo stupratore dovrà essere rimesso in libertà per legge in quanto prescritto – pur avendo effettivamente compiuto il reato ed essendo stato riconosciuto colpevole – grazie all’esasperante lentezza della burocrazia che determina le tempistiche d’azione dei tribunali italiani.

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