Veneto, allarme acqua contaminata: "Oltre 60.000 persone contaminate"

E' allarme per l'acqua contaminata in numerose province del Nordest. Stando alle analisi effettuate dall'Istituto superiore di sanità, sarebbero oltre 60.000 le persone contaminate.

Veneto, allarme acqua contaminata: "Oltre 60.000 persone contaminate"

E’ allarme acqua contaminata in Veneto, dove recenti studi hanno evidenziato la presenza di sostanze tossiche a causa di una perdita nelle falde acquifere della zona. Le analisi sono state promosse dalla Regione Veneto ed effettuate dall’Istituto superiore di sanità, in relazione all’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) la presenza delle quali era stata registrata nel territorio.

In particolare sono le province di Padova, Verona e Vicenza quelle interessate dal fenomeno, che minaccia già di avere forti ripercussioni sulla salute pubblica. L’assessore regionale alla Sanità Lucio Coletto ha infatti reso noto che: “Oltre 60.000 persone residenti nelle zone a maggior impatto sono state contaminate, ed altre 250.000 sono interessate dal problema“.

Il Comune più colpito è quello di Vicenza, dove molti residenti sono stati esposti al Pfas e mostrano forti tracce della sostanza chimica nel loro sangue. In particolare, l’area nella quale l’impatto è stato più significativo comprende le zone di Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Altavilla, Sovizzo, Sarego e Creazzo.

Lo stesso Coletto ha poi reso noto che la Regione, i Comuni interessati e le aziende acquedottistiche si costituiranno parte lesa nell’eventuale processo; frattanto la magistratura sarà chiamata ad indagare per accertare eventuali responsabilità per l’acqua contaminata da parte della fabbrica dalla quale è partito il disastro ambientale.

Tutto è dovuto infatti da una perdita di prodotti chimici partita dalla fabbrica di Miteni di Trissino, i quali sono poi penetrati nelle falde acquifere contaminando così l’acqua che arriva tuttora nelle case di molti cittadini veneti. Il particolare più sconcertante rimangono però le tempistiche del caso.

La contaminazione avvenne infatti nel 2013, come denunciato da un esposto dell’Arpa, ma le indagini sono rimaste ferme nella Procura di Vicenza per 3 anni. Affinché il procedimento venga accolto infatti, è necessario uno studio epidemiologico, in mancanza del quale legalmente non era possibile procedere.

La Regione ha già fatto sapere che provvederà ad effettuarne uno partendo proprio dalle 60.000 persone intossicate dall’acqua contaminata. Le indagini saranno estese a tutti i 250.000 residenti delle province di Padova, Verona e Venezia e saranno interamente a carico della Sanità regionale.

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