Una studentessa quindicenne muore travolta dal treno a Torino

Rivoli,Torino. Quindicenne muore sotto gli occhi dei compagni di scuola alla stazione di Porta Susa. La dinamica di quello che pare un incidente svela, con le ore, una triste verità: suicidio.

Una studentessa quindicenne muore travolta dal treno a Torino

Sono da poco passate le 7 del mattino e Beatrice, come tutte le mattine, è al binario quattro della nuova stazione di Torino, in attesa del treno per Vercelli, dove studia al liceo musicale per diventare cantante lirica. In un istante, la tragedia.

Secondo una prima ricostruzione, sarebbe inciampata. Alcuni testimoni raccontano che lo zaino si sarebbe impigliato nello specchietto di un treno in arrivo, trascinando sotto le ruote la quindicenne. Immediati i soccorsi. I sanitari cercano di rianimarla lì dove tutto è accaduto, ma poco o nulla c’è da fare.

Di primo acchito, pare una tragica fatalità. Più tardi, però, le immagini mostrano che la giovane è arretrata volontariamente, e non per una distrazione all’arrivo del convoglio. Lo ha fatto volontariamente, abbandonandosi proprio davanti alla locomotiva che, quindi, non l’ha agganciata.

Viene fuori un diario che la ragazza teneva a casa. Un diario che ha in un attimo svelato la verità più terribile, che fa subito capire tutto. Non è bastato il sogno di diventare una cantante. È stata più forte l’umiliazione dell’epiteto.

Una parola che, a quindici anni, rimbomba prepotentemente di fronte a quello specchio maledetto. È quello che vediamo allo specchio che fa la differenza. Quello specchio che non ti suggerisce che quindici anni sono troppo pochi per morire. Sono troppo pochi per morire in genere, ma sono particolarmente pochi per morire così, per suicidarsi.

Suicidarsi? Nell’atto forse sì, ma Beatrice, in realtà, è stata uccisa. Da una parola di troppo: grassa. E da tanta superficialità, cattiveria, ignoranza, indifferenza. Beatrice è stata uccisa dalle psicologie di gruppo. oggi amplificate da internet e dai social ma, in fondo, sempre esistite.

Aveva un dono Beatrice: una bella voce accompagnata da una passione, ma non è bastato. Nulla è bastato a farle raggiungere quella sicurezza che va oltre l’ago della bilancia.  

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