Uccise sua madre per mangiarla: 30 anni di carcere al "mostro" Renzi

Uccise sua madre dopo una violenta lite, quando la polizia irruppe in casa sua trovarono i resti della donna cucinati su una griglia: il "mostro" Renzi condannato a scontare 30 anni di carcere.

Uccise sua madre per mangiarla: 30 anni di carcere al "mostro" Renzi

Uccise la madre 73enne al culmine di una violenta lite, per poi eviscerarla e cucinare i suoi intestini a fuoco lento sulla griglia della cucina mentre lui sedeva nudo sul letto, col pavimento del bagno ancora lordo del sangue della sua vittima. Fu così che la polizia trovò Lino Renzi nel luglio del 2014, dopo aver fatto irruzione nel suo appartamento a Salerno.

Gli agenti non erano preparati ad essere accolti da quello scenario, talmente orripilante da travalicare ampiamente i limiti del delirio: in quell’abitazione un fiume di follia aveva esondato dagli argini, colpendo con cieca efferatezza e lasciandosi dietro una macabra scia di resti umani.

Il 48enne, secondo le ricostruzioni, aveva litigato pesantemente con la madre a causa delle insistenze di quest’ultima, che spingeva per farlo ricoverare. La donna era consapevole dei disturbi psichiatrici del figlio, e stava cercando con ogni mezzo di fargli riprendere il lume della ragione, di spingerlo a chiedere aiuto.

Il suo troppo amore nei confronti del “suo bambino” però le è stato fatale, perché di fronte all’ennesima richiesta da parte della 73enne di rivolgersi ad uno specialista per curare i suoi disagi, Lino Renzi ha reagito con estrema violenza uccidendola a basonate in testa.

La donna non morì subito, ed i poliziotti trovarono il suo cadavere all’interno del bagno, con il ventre orribilmente squarciato: il figlio aveva rimosso gli intestini dal cadavere e li stava cucinando. Nel tentare di giustificare il macabro delitto, Renzi spiegò che “volevo distruggerla per poterla ricostruire”; a riprova di ciò, mostrò agli agenti uno dei piedi della madre, mozzato dal cadavere e custodito all’interno del congelatore.

Il processo al cannibale, durato due anni, si è concluso con la condanna a 30 anni di detenzione da scontare nel Rems emessa dal gip del tribunale di Salerno Elisabetta Boccassini, la quale ha dichiarato il matricida “incapace di intendere e di volere” ma al contempo violento e pericoloso. 

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