Trovati i coniugi uccisi a colpi d’ascia

I due coniugi sono stati trovati nella loro residenza, in due punti diversi della casa, con dei sacchetti di plastica in testa, e dei colpi d’ascia. Interrogato il figlio minorenne che, con un suo amico, è risultato essere l'assassino.

Trovati i coniugi uccisi a colpi d’ascia

Sono stati ritrovati a Pontelangorino, in provincia di Ferrara, due coniugi uccisi a colpi d’ascia. Salvatore Vincelli, 59 anni, e Nunzia Di Gianni, 45 anni, sono stati ritrovati rispettivamente nel garage, e nella camera da letto, con dei colpi in testa.

Dalle prime analisi, si pensa a qualche tentativo di furto, e il figlio sedicenne è il primo che dà l’allarme ai carabinieri: per una serie di incongruenze, però, si capisce che il minorenne era il colpevole

Il minorenne è stato aiutato da un suo amico di 17 anni che, la notte prima, lo aveva invitato a dormire a casa: secondo le perquisizioni, risulta che i corpi sono stati spostati per inscenare una rapina. La plastica è stata utilizzata per confondere le tracce ma, a quanto pare, i carabinieri sono riusciti a trovare i colpevoli, partendo dalle ipotesi diverse dei due ragazzi.

Dopo l’interrogatorio nella caserma di Comacchio, alla presenza del pm Giuseppe Tittaferrante, i due ragazzi hanno confessato, e portato le forze dell’ordine nel luogo in cui avevano riposto l’ascia, e i vestiti macchiati di sangue.

Ora, i due ragazzi minorenni si trovano in stato di fermo, dopo aver passato la notte sotto interrogatorio, alla presenza del procuratore di Ferrara, e della collega Silvia Marzocchi della procura minorile.

Si continua ad analizzare la dinamica, e la motivazione, del duplice omicidio e, secondo le prime analisi, il movente non sarebbe di tipo economico finanziario, ma riconducibile ai contrasti del figlio con i genitori.

Questa storia si unisce alle tante altre storie di figli che uccidono i propri genitori, di cui solo in Italia esistono vari episodi. Uno dei primi casi avvenne nel 1989, quando i coniugi Carretta (Marta Chezzi e Giuseppe Carretta) furono uccisi dal figlio maggiore Ferdinando, che sparò anche al fratello Nicola. Da lì, fu il susseguirsi di una serie di omicidi intra moenia che hanno interessato diverse famiglie italiane.    

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