Terrorismo, arrestato a Bari un 20enne somalo affiliato all’Isis: "Mettiamo bombe nelle chiese italiane"

Arrestato e convalidato il fermo per il 20enne somalo accusato di associazione con finalità di terrorismo, istigazione e apologia del terrorismo. In un’intercettazione, il ragazzo avrebbe dichiarato: “Mettiamo bombe nelle chiese italiane".

Terrorismo, arrestato a Bari un 20enne somalo affiliato all’Isis: "Mettiamo bombe nelle chiese italiane"

Convalidato l’arresto per il 20enne somalo fermato lo scorso 13 Dicembre per terrorismo internazionale. Il giovane è ritenuto affiliato all’Isis in Somalia e si ritiene sia in contattato con cellula operativa di Daesh.

Le accuse mosse a Mohsin Ibrahim Omar, noto come Anas Khalil, sono state possibili grazie alle indagini effettuate dalla Digos di Bari, coordinate insieme alla Dda e sotto il controllo del Servizio per il Contrasto al Terrorismo Esterno della Dcpp/Ucigos (cpn supporto dell’Fbi).

“Mettiamo bombe a tutte le chiese d’Italia”

Durante le intercettazioni, sono state registrate alcune conversazioni del 20enne in cui progettava possibili attacchi terroristici nel nostro Paese:Mettiamo bombe a tutte le chiese d’Italia. La Chiesa più grande dove sta? Sta a Roma?”. Sul computer di Anas Khalil sono inoltre state trovate molte foto del Vaticano. Da queste prove fornite dalla Dda di Bari si è reso necessario l’arresto e un provvedimento restrittivo, soprattutto in virtù delle imminenti festività natalizie, in cui le chiese sono affollate da migliaia di cristiani.

Con i dati acquisiti gli inquirenti hanno potuto documentare l’adesione del 20enne somalo all’ideologia jihadista. Sui social, il giovane avrebbe inoltre postato foto e status di “esaltazione al martirio”, oltre ad aver seguito un corso di identificazione che istruisce, a livello teorico ed operativo, al concetto di jihad armata.

Convalida del fermo

Gli investigatori hanno reso noto inoltre il commento del ventenne al recente attentato di Strasburgo: “Speriamo. Quello che uccide i cristiani, i nemici di Allah, è un nostro fratello. Da dove viene, viene. Però se uccide i cristiani è nostro fratello”. Per tutte le prove raccolte in questi mesi e per le minacce di un possibile imminente attentato in Italia, il gip del Tribunale di Bari ha convalidato il fermo per reati di associazione con finalità di terrorismo, apologia del terrorismo e istigazione, aggravate dall’utilizzo di mezzo informatico e telematico.

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