Suicidio shock nel Torinese: si spara durante la videochiamata con la figlia per punire la moglie

Tragedia nel Torinese dove un uomo si è sparato un colpo alle tempie mentre era in videochiamata con la figlioletta di 6 anni per punire la moglie dalla quale era separato.

Suicidio shock nel Torinese: si spara durante la videochiamata con la figlia per punire la moglie

L’ultima frontiera della vendetta dei mariti violenti verso le mogli che, con coraggio, li hanno lasciati è quella del suicidio in videochiamata, di fronte ai figli. E’ quanto accaduto domenica sera ad Ivrea, teatro di una tragedia sconvolgente. Un uomo, un padre di 53 anni, che aveva perso il lavoro da bibliotecario, si è sparato con un colpo alle tempie mentre era in videochiamata con la figlia di appena 6 anni.

Il gesto è stato accompagnato da un biglietto lasciato sul tavolo, pieno di accuse rivolte alla sua ex compagna, che lo aveva lasciato, rappresentando, per lui, la colpevole della sua infelicità. Una storia agghiacciante, questa che vi sto raccontando. A dare l’allarme la vicina di casa dell’uomo, che ha sentito il colpo di pistola, allertando immediatamente i carabinieri.

La precedente denuncia

L’uomo era stato denunciato dalla moglie per maltrattamenti a gennaio e da qualche tempo era alle prese con problemi di salute. Dalla scorsa estate, la donna, con i loro tre figli, tutti di età compresa tra i 6 e i 14 anni, quindi minori, aveva trovato ospitalità in una struttura protetta dal momento che, dopo la denuncia, in cui la ex aveva rivelato di aver paura di essere uccisa, era scattato il codice rosso, ossia la procedura che tutela le donne vittime di violenze. Nonostante ciò, il suicida aveva continuato con le minacce.

Un padre che si spara alla testa, come nel più “classico” dei suicidi, dunque, solo che per farlo ha scelto l’attimo più traumatico e traumatizzante: durante una videochiamata con la figlia. Il folle gesto è stato messo in atto per punire la ex moglie che era uscita dal rapporto in maniera complicata, denunciandolo per maltrattamenti.

Sul suicidio sono ora in corso gli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Chivasso, il pm Daniele Iavarone, della procura di Ivrea, ha aperto un fascicolo. Si cercherà di stabilire la provenienza dell’arma che non era stata denunciata. Si tratta di una Beretta Calibro 6,35, illegale, a differenza di altre armi che l’uomo deteneva regolarmente. La drammatica notizia ha lasciato sgomenta tutta la comunità del Canavese, in Piemonte.

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