Sgominata banda nel napoletano che effettuava rapine in villa.

Erano soliti procurare lesioni, picchiare e addirittura cavare i denti delle loro vittime pur di estorcere informazioni su dove erano nascosti soldi e gioielli, la banda aveva base nel napoletano. Arrestate tre persone.

Sgominata banda nel napoletano che effettuava rapine in villa.

La loro specialità era fare irruzione, di notte, in ville isolate: seviziavano, picchiavano e torturavano le persone che trovavano all’interno delle abitazioni prese di mira per estorcere quante più informazioni possibili su soldi e gioielli, ma si crede anche che lo facessero per divertimento.

Questi sono i metodi che utilizzava la banda, sgominata dai Carabinieri della Compagnia di Casoria, in Campania. La banda aveva come punto centrale della loro associazione il comune di Caivano, un altro paese dell’hinterland napoletano. Partivano da lì, con macchine rubate che erano state modificate per essere più potenti e poter offrirgli una rapida fuga, e si recavano nelle zone isolate di Campania e Basilicata, dove effettuavano i loro colpi.

Grazie alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica napoli Nord è stato possibile registrare fughe che sembrano essere schizzate fuori da un set cinematografico, e, dopo mesi di pedinamenti, sono state messe in manette tre persone, responsabili dei furti con sevizie e si crede facciano parte di una ben più numerosa banda di albanesi specializzata nei furti di questo genere: si crede che siano ben 8.

Gli uomini della banda eseguivano scrupolosi appostamenti prima di effettuare i colpi ed avevano modificato le autovetture in modo da poter cambiare velocemente le targhe: quelle ‘pulite’ usate per gli appostamenti e quelle rubate per i colpi. Alla fine facevano irruzione nelle isolate villette che avevano preso di mira.

Irruzioni caratterizzate dall’estrema violenza: passamontagna calati, armi in mano, tute nere e lo show iniziava. La ricostruzione delle rapine, da parte delle vittime, sono scioccanti: venivano tenute sotto sequestro, a volte percosse talmente forte da causare la perdita dei denti, violentate e abusate solamente per avere la combinazione di casseforti o informazioni sull’ubicazione di gioielli e preziosi.

Grazie alla ricostruzione delle vittime, infatti, è stato possibile individuare il più brutale del gruppo, che nonostante il passamontagna calato è stato riconosciuto in Jakimi Enver, 50 anni, ricercato anche dall’Interpol per reati analoghi e in particolare per omicidio e rapine commesse in Albania. A dicembre erano già stati bloccati altri 5 componenti della stessa banda

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