Rita Levi Montalcini: eredi lottano per l’eredità. Sfrattata la nipote

Tra i due nipoti della professoressa Rita levi Montalcini, si sta combattendo una disputa per l’eredità lasciata dal Nobel del 1986 per la Medicina. Uno dei due nipoti avrebbe sfrattato la sorella.

Rita Levi Montalcini: eredi lottano per l’eredità. Sfrattata la nipote

La disputa circa l’eredità di Rita Levi Montalcini è alquanto intricata ma riguarda solo un ramo dei discendenti della Professoressa, che vinse il Premio Nobel per la medicina nel 1986. La scienziata, che non si sposò mai né ebbe figli, aveva due sorelle, Anna e Paola, morte entrambe nel 2000, ed un fratello, Gino, deceduto nel 1974.

Questa vicenda giudiziaria riguarda proprio la famiglia di Luigi, detto Gino. Dopo la morte della professoressa Montalcini, la moglie di Gino, Rita, ereditò un palazzo signorile al centro di Torino, al numero 10 di Corso Re Umberto, che faceva capo alla società Zefora srl.

Il palazzo ospita la fondazione onlus “Rita Levi Montalcini”, fortemente voluta dalla Professoressa, e consta di diversi appartamenti, tutti dati in affitto tranne uno – al secondo piano -abitato da Piera, figlia di Luigi e nipote di Rita. Ieri pomeriggio, alla porta dell’appartamento di Piera, è arrivato un ufficiale giudiziario con una ingiunzione esecutiva di sfratto, circostanza – questa – che ha indotto la donna a chiamare i Carabinieri per vedersi riconosciute le sue ragioni.

Ma, per capire la vicenda, bisogna fare un passo indietro: quando morì, Rita – la moglie di Luigi -lasciò tutte le azioni della società Zefora (proprietaria del palazzo) al figlio Emanuele ma, nel testamento, incluse una clausola secondo cui Emanuele avrebbe dovuto lasciare l’appartamento del secondo piano in comodato d’uso gratuito alla sorella Piera, e corrispondere alla donna una certa somma di denaro. E proprio a questo testamento fa riferimento Piera, per rivendicare il suo utilizzo dell’appartamento.

Peccato che l’avvocato della società Zefora, Domenico Iodice, abbia precisato che attualmente l’affittuaria dell’appartamento non è Piera, ma la figlia di quest’ ultima, Claudia, alla quale non è vincolata alcuna clausola del testamento: dunque, la società avrebbe il diritto di sfrattarla in quanto affittuaria morosa.

L’avvocato ha, poi, precisato che Zefora è una società che, come tale, deve fare i propri interessi. Pertanto, c’è preoccupazione in merito al futuro della fondazione che ha sede nel palazzo: a marzo, infatti, scadrà la concessione e Zefora, le cui quote appartengono tutte ad Emanuele, potrebbe sfrattare anche la onlus.

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